Per diminuire l’incidenza degli errori di prescrizione è necessaria un’inversione di rotta nella preparazione accademica in Farmacologia dei neo-medici. Lo afferma un editoriale pubblicato sul British Medical Journal.
Numerosi studi hanno dimostrato che gli errori di prescrizione sono molto comuni soprattutto tra i medici appena assunti in ospedale. Circa il 6,5 per cento dei ricoveri ospedalieri è causato da effetti collaterali di farmaci, con una mortalità associata dello 0,15 per cento nella sola Gran Bretagna, dove il fenomeno costa circa 692 milioni di euro l’anno. Questa situazione è almeno in parte dovuta – secondo l’editoriale della British Pharmacological Society – alle carenze di istruzione degli studenti in Medicina. Nel 1994, gli studenti di Medicina britannici ricevevano una media di 61 ore di lezione di Farmacologia. Per fare un paragone, le infermiere che frequentano l’University of Liverpool devono frequentare un corso d’addestramento di 162 ore di teoria e 90 di pratica in Farmacologia.
Prescrivere è diventato progressivamente più difficile, e di conseguenza i rischi di effetti collaterali e interazioni tra farmaci sono aumentati esponenzialmente. I farmaci moderni sono farmacologicalmente complessi, la popolazione sta invecchiando progressivamente e l’utilizzo di trattamenti con numerosi farmaci assunti contemporaneamente sta diffondendosi sempre più. Senza adeguate conoscenze scientifiche e cliniche di base la percentuale di errori di prescrizione tra i neomedici è fatalmente elevata. La British Pharmacological Society ha elaborato un test per verificare l’adeguata preparazione dei medici nelle università britanniche, ma il problema ha basi strutturali molto difficili da affrontare.
“I farmacologi e i farmacologi clinici dovrebbero guidare il processo che deve portare ad una svolta nel campo dell’insegnamento della Farmacologia”, spiega Jeffrey K. Aronson, presidente eletto della British Pharmacological Society. “I loro colleghi clinici dovrebbero essere incoraggiati a dedicare sessioni specifiche al trattamento farmacologico pratico. Le partnership con altri operatori sanitari, come i farmacisti e il personale infermieristico, sono benvenute. Dopo tutto, di prescrizioni più accurate ci gioveremmo tutti”.
Bibliografia. Aronson JK, Henderson G, Webb DJ, Rawlins MD. A prescription for better prescribing. BMJ 2006; 333:459-60.