Epitech perde il suo fondatore Francesco della Valle

“Nella ricerca bisogna cercare di immaginare la strategia che metterebbe in atto la natura e nello sviluppo di nuovi farmaci bisogna andare dove la natura conduce: questi i due grandi insegnamenti che il Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini e un grande farmacologo di origine italiana come Erminio Costa mi hanno lasciato”. Non ha mai smesso di ripeterlo Francesco della Valle, fondatore nel 2001 e presidente di Epitech Group, azienda farmaceutica innovativa nel settore delle neuroscienze, che ne piange la scomparsa.

Della Valle aveva 84 anni. Scienziato, innovatore e visionario, in molti ne ricordano la mente straordinaria, ma anche lungimiranza, passione e resilienza. La sua profonda passione per la scienza, premiata con tre lauree honoris causa, è testimoniata anche dal fatto che della Valle è stato co-inventore di numerosi brevetti farmaceutici: 120 europei estesi nei principali Paesi e 88 brevetti Usa.

Laureato in Chimica con indirizzo organico-biologico, dopo iniziali esperienze in piccole industrie, nel 1968 entra in Fidia S.p.A., di cui diviene prima direttore generale e poi amministratore delegato. Fidia diviene, sotto la sua guida, una delle realtà industriali farmaceutiche più rilevanti nel mercato italiano e più attive nella penetrazione sui mercati esteri. La lascia nel 1991 per mettersi in gioco in prima persona, fondando prima Lifegroup, poi Epitech Group.

Francesco della Valle nella sua lunga attività professionale e manageriale si è adoperato per dare impulso alla ricerca farmaceutica, che ha orientato verso una biofarmacologia che sapesse mimare e rispettare i meccanismi protettivi messi in atto dalla natura. Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, ha sempre sostenuto la necessità di una fortissima osmosi fra accademia e industria nel nostro Paese.

La passione per le neuroscienze l’ha avvicinato a Rita Levi Montalcini, al cui fianco ha camminato e ragionato per anni. Fra gli ultimi interessi, la neuroinfiammazione, substrato comune a moltissimi disordini, dal dolore neuropatico alle demenze.

 


Note: In 1975 Francesco Della Valle, manager of Fidia, a small pharmaceutical company in Abano (Padua) obtained the registration of Chronical. For Fidia and his Cronassial it is a triumph. Cronassial, which reaches 82% in moments of maximum impact on turnover, becomes the best-selling drug in Italy. Fidia, which in 1968, at the arrival of Della Valle, had a turnover of 600 million, leaps to 420 billion and takes fourth place in the ranking of pharmaceutical industries.

The Cronassial, however, is then banned from the German market. The following year, in Great Britain, the British forbade the sale of Cronassial, which is made from ox brain.

Subsequently, the drug will also be banned in Spain (for Guillain-Barré) and in other markets, while it will never obtain registration in the United States.

The sunset of Della Valle begins, that the masters of Fidia (mysterious individuals of an anonymous company based in Mendrisio, Switzerland) hunt. Sales of the Cronassial plummeted by the 95% until even in Italy it was outlawed.

Della Valle si mette in proprio e fonda la Lifegroup. Francesco Della Valle era il creatore e massimo azionista di Lifegroup a fine ’91, già amministratore delegato per due decenni di Fidia (quarto gruppo farmaceutico italiano) e, fra le altre cose, vicepresidente della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Lifegroup fu un gruppo che dava lavoro a 120 persone, con un fatturato consolidato di oltre 15 miliardi di lire nel ’93. Fu dichiarata fallita dal Tribunale di Padova il 19 luglio 1996. Secondo Della Valle il fallimento fu causato dalle banche che senza motivazione e preavviso chiesero il rientro immediato dei finanziamenti. Col fallimento Lifegroup chiuse ed il suo patrimonio svenduto.

La revoca del fallimento è avvenuta nel 2005 ed è argomentata dalla Corte d’appello veneziana, sulla scorta del pronunciamento richiesto alla Consulta e a partire dalla linea di difesa di Elena Donzi legale di Della Valle, rilevando l’illegittimità delle procedure seguite dal Tribunale padovano. In buona sostanza non è stata garantita la «terzietà» del giudice.

 

Exit mobile version