Un’Europa in cui i pazienti ottengano un accesso più rapido ed equo ai farmaci
EFPIA – Il dovere dell’industria
In media i pazienti nell’Europa settentrionale e occidentale aspettano dai 100 ai 350 giorni per accedere ai nuovi farmaci. Per le persone che vivono nel Sud e nell’Est l’attesa va dai 600 agli 850 giorni. Riteniamo che per i pazienti il sistema attuale sia insostenibile. Creare un accesso più rapido ed equo ai farmaci.
Richiedere prezzi e rimborsi in tutti i 27 Stati membri dell’UE entro due anni dall’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE.
Pubblicare aggiornamenti annuali sui progressi compiuti sul portale europeo di accesso e fornire visibilità sugli ostacoli e sui ritardi nell’accesso.
Collaborare con tutti gli Stati membri e le parti interessate per trovare soluzioni congiunte per valutare adeguatamente il valore dei medicinali e garantire un accesso precoce dei pazienti all’innovazione.
Collaborare con tutti gli Stati membri e le parti interessate per trovare soluzioni congiunte per valutare adeguatamente il valore dei medicinali e garantire un accesso precoce dei pazienti all’innovazione.
EFPIA – Le esigenze dell’Europa
Una comprensione condivisa delle cause profonde dei ritardi e della disponibilità dei farmaci in tutta l’UE per migliorare l’accesso dei pazienti ai farmaci innovativi.
Una comprensione condivisa delle cause profonde dei ritardi e della disponibilità dei farmaci in tutta l’UE per migliorare l’accesso dei pazienti ai farmaci innovativi.
Una conversazione per esplorare la creazione di un sistema in cui i paesi con meno pagano meno per i medicinali.
Un sistema praticabile per la valutazione clinica congiunta nell’HTA che prevede un coinvolgimento significativo del produttore nel processo.
Accesso farmaci. Report Efpia, Fava (Cittadinanzattiva): “Confidiamo in un miglioramento”
“Di fronte alla complessità di un tema così ampio e importante quale quello dell’accesso ai farmaci, vogliamo evidenziare come il nostro Paese non si trovi in una situazione particolarmente critica, in termini di numero di farmaci approvati e di tempi: su questo aspetto, partendo da quanto i report testimoniano, confidiamo comunque in un lavoro di miglioramento, per essere più efficienti”.
Lo sottolinea a Filodiretto Valeria Fava, responsabile Coordinamento Politiche della Salute di Cittadinanzattiva, commentando i report dell’European federation of pharmaceutical industries (Efpia), secondo i quali, in Europa, il tempo medio di accesso è di 513 giorni e varia dai 126 della Germania agli 804 della Polonia.
Fava spiega che “si può andare in questa direzione rendendo più rapido il processo autorizzativo, anche attraverso la scelta di unificare CPS (Comitato Prezzi e Rimborsi) e CTS (Comitato Tecnico Scientifico) in una Commissione Scientifica ed Economica del farmaco”.
A proposito dei report, la responsabile Coordinamento Politiche della Salute di Cittadinanzattiva aggiunge che i dati raccolti a livello europeo evidenziano “uno stato di allarme, in particolare in riferimento ai pazienti di alcune nazioni.
Come Cittadinanzattiva esploriamo da anni le ragioni dell’indisponibilità e dei ritardi e conosciamo bene i fattori che appesantiscono il sistema, rallentando l’accessibilità alle cure: si va dai processi normativi lenti e difformi, alle valutazioni delle tecnologie sanitarie, fino ai processi di rimborso e agli ulteriori livelli decisionali regionale e locale.
Anche per questi fattori, ad esempio, serve circa un anno perché un farmaco approvato dall’Agenzia europea dei medicinali sia autorizzato e rimborsato in Italia”.