Pronte le bozze del decreto che rivoluziona il mondo delle professioni e persino i parrucchieri. Previsti meno obblighi per il servizio Ncc
Antonio Signorini – Sab, 31/01/2015 – il Giornale.it
In questi giorni, mentre la politica è distratta dall’elezione del presidente della Repubblica, si stanno mettendo a punto i testi. E se le bozze verranno confermate, non mancheranno proteste e pressioni da parte delle tante categorie interessate.
Una versione preliminare è stata pubblicata nei giorni scorsi da Formiche.net . Ed è passata quasi inosservata, se si fa eccezione per le associazioni dei tassisti, particolarmente preoccupate per i contenuti.
Abrogato anche l’obbligo per le auto Ncc di ricevere prenotazioni solo presso l’autorimessa. Una misura che sembra ritagliata apposta per servizi tipo Uber, applicazioni che sostituiscono le prenotazioni via radio e telefono dei taxi tradizionali. Abrogato l’obbligo di avere una rimessa nel comune dove le auto con autista operano.
Sul piede di guerra anche le farmacie. Federfarma ha avviato un confronto con il governo e il ministro Guidi ha assicurato che i rilievi della categoria verranno presi in considerazione. La bozza dà alle parafarmacie la possibilità di vendere in alcuni casi farmaci di fascia C. Quelli cioè, che non sono salvavita, ma per i quali è comunque necessario il certificato medico. Poi viene aumentato il numero delle farmacie, abbassando il numero massimo di abitanti per consentire l’apertura, che passa da 3.300 a 1.500.
Poi, sempre in ambito sanitario, un alleggerimento dei vincoli per i privati che vogliano aprire strutture non convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. Lo strumento è una limitazione dei piani sanitari regionali.
Ce n’è anche per l’avvocatura e per il notariato. Il numero e la residenza dei notai per ciascun distretto viene sempre determinato con decreto del ministro della Giustizia e l’indicazione dei 7.000 abitanti per ogni notaio, da limite massimo diventa limite minimo. Poi un corposo capitolo sulle assicurazioni.
Il piano del governo tocca anche l’editoria e persino i parrucchieri, con un alleggerimento dei requisiti di formazione previsti dalla legge in vigore (900 ore di lezione invece di due anni e sei mesi di pratica invece di un anno) e l’introduzione della possibilità per un acconciatore di affittare una poltrona in un negozio di un altro, a patto che sia abilitato. Un assaggio di un’ulteriore liberalizzazione delle professioni che diventerà prima o poi anche un tema europeo. Ma anche una sfida per Renzi, che dovrà fare passare un piatto indigesto a molti interessi ben rappresentati nella sua maggioranza.
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