"Le terapie biologiche non sono sostituibili: se un paziente riceve un farmaco di questo genere e ha dei risultati con esso, deve continuare senza modifiche.
E questo vale anche per i medicinali biosimilari". Parola di Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, intervenuto ieri mattina a Roma alla presentazione del disegno di legge che prevede la non sostituibilità di questi due tipi di prodotti a opera del farmacista, cosa che attualmente avviene, invece, per i farmaci generici.
"Ne hanno parlato tutti insieme gli attori coinvolti – assicura Dompé – e questa è una delle poche volte che in questo Paese si affronta un problema prima che emerga. Tra l’altro la questione riguarda la salute dei pazienti, anche se non tutti ne avvertono ancora l’importanza. Bisogna che i malati abbiano il massimo accesso ai farmaci biologici, nei tempi più brevi possibili. Ma bisogna anche fare in modo che ci sia un controllo centrale da parte dell’Aifa, in modo che il paziente sia seguito e che i risultati vengano monitorati.
Le terapie biologiche nosono sostituibili perché anche un cambio di stabilimento di produzione, di ceppo di partenza o di alcune caratteristiche del farmaco, quando si ha a che fare con anticorpi e proteine di questo genere, risulta fondamentale". Per Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa, “la non sostituibilità dei biosimilari con i biologici di riferimento in farmacia, in Italia esiste già. E’ il medico a scegliere se prescrivere a un paziente un medicinale biotech o un biosimilare e nessuno è in grado di sostituire questi prodotti, dato che non sono inseriti nelle liste di trasparenza.
Quello dei biosimilari è un settore che vale lo 0,1% del mercato biotech e dunque non preoccupa, né deve essere compresso. Siamo tutti d’accordo sul fatto che sono medicinali
non uguali ai biologici e non assimilabili ai generici. Questa legge va a ribadire concetti già in vigore nel nostro Paese. Speriamo che vada a rafforzare il principio di non sostituibilità".