ITALIA. Operazione do ut des.
Si chiama così il filone d’inchiesta coordinato dalle Procure di Rimini e di Busto Arsizio che vede sul registro degli indagati 67 medici italiani con l’accusa di aver somministrato dosi eccessive di ormoni per favorire un’ azienda farmaceutica.
I reati contestati sono di associazione a delinquere, corruzione, istigazione, truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e falso al comparaggio.
Qualche giorno fa i carabinieri del Nas hanno effettuato verifiche e sopralluoghi in Veneto (dove operavano alcuni dei medici corrotti) per verificare se le prescrizioni dei farmaci siano state appropriate. Dalle indagini è emerso che i camici bianchi prescrivevano ricette oltre misura a pazienti pediatrici.
Della vicenda si sono interessate anche le deputate del Pd, Daniela Sbrollini e Vittoria D’Incecco, componenti della commissione Affari sociali, che hanno presentato un’interrogazione al Ministro della Salute, Renato Balduzzi.
«Siamo di fronte ad una vicenda scandalosa», ha detto l’onorevole Sbrollini che è anche componente della Commissione bicamerale per l’Infanzia, «non solo per la corruzione diffusa ma anche perché nelle prescrizioni di farmaci non necessari sarebbero stati coinvolti molti bambini».
La vicenda ricorda molto da vicino un altro caso, accaduto negli Usa.
Qui la multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline quella dallo slogan (Do more, feel better, live longer) ha messo in commercio il Palix un antidepressivo proibito per i minori di 18 anni in quanto il suo effetto non è stato sperimentato su pazienti pediatrici. L’azienda sfruttava la connivenza di medici e venditori per vendere il farmaco e prometteva agli psichiatri, in cambio, viaggi e permanenza gratis nei più grandi e lussuosi resort in Bermuda, Jamaica, Hawaii ed alter località esotiche.
Anche l’onorevole D’Incecco, medico di professione, ha espresso sdegno per la vicenda italiana: «lo scenario che emerge dall’inchiesta è particolarmente grave. C’è un’odiosa violazione del patto fiduciario tra medico e paziente. Su questo chiediamo al Ministro di intervenire rapidamente».
La stessa D’Incecco oggi ha conseguito un importante successo: la Camera ha approvato il suo ordine del giorno sui fondi certi per la medicina di base. Il Governo si è impegnato a vigilare affinché le Regioni che applicano un tetto di spesa alla medicina di base vincolino a tale tetto di spesa almeno il 7% del Fondo sanitario regionale, come previsto dal Cipe in sede di riparto del Fondo sanitario nazionale.
L’ordine del giorno impegna il Governo a valutare l’opportunità di una iniziativa, si legge nell’odg, «affinchè le disposizioni riportate nei provvedimenti legislativi in materia di stabilizzazione finanziaria non si applichino alle somme, eventualmente percepite dal personale sanitario, per compensi derivanti dalla partecipazione ai progetti per la realizzazione degli obiettivi prioritari del Piano sanitario nazionale, e per la applicazione del