Niente regole sulla cosiddetta “appropriatezza prescrittiva” in Liguria. Ma la Liguria non è la sola: prima si sono mosse anche Toscana e Veneto che hanno già sospeso l’applicazione del decreto Lorezin. Le Asl chiedono comunque ai medici prudenza nella prescrizione di farmaci, in attesa delle nuove norme.
03 febbraio 2016, Lucia Bigozzi – intelligonews.it
THEl decreto Lorenzin non vale in Liguria. Almeno per ora. Dopodomani (venerdì) niente regole sulla cosiddetta “appropriatezza prescrittiva”, sancite dal ministre della Salute sulla scia delle sforbiciate da spending review. Lo ha deciso la Regione (guidata dal forzista Giovanni Toti) e la decisione ha , incassato subito il plauso dei medici di base, chiamati in prima persona a rispettare il decalogo per contenere la spesa pubblica sugli esami: in pratica, proprio i medici di base dovranno ‘dosare’ la prescrizione di esami, compresi quelli del sangue.
La Regione, infatti ha stabilito una sospensione del provvedimento e oggi a Roma formalizzerà ufficialmente la richiesta di moratoria di due mesi rispetto all’applicazione della norma ministeriale. Ma la Liguria non è la sola: prima si sono mosse anche Toscana e Veneto che hanno già sospeso l’applicazione del decreto Lorezin.
L’assessore ligure Sonia Viale ha preso carta e penna e scritto una lettera alle Asl per chiedere comunque ai medici prudenza nella prescrizione di farmaci, in attesa delle nuove norme. Un modo insomma per prendere tempo quella della sospensione dell’applicazione del decreto e della richiesta di moratoria che tuttavia sottolinea e conferma il disagio, il malumore delle Regioni ma anche della categoria dei medici di base rispetto a quanto stabilito dal ministro Lorenzin. Dunque il braccio di ferro sulla cosiddetta “appropriatezza prescrittiva” va avanti, ma certo la decisione della Regione Liguria per la sezione ligure della Federazione italiana medici di medicina generale è già un primo risultato positivo.
E proprio i medici non sono intenzionati a mollare la presa, al punto che dopo l’appello alle istituzioni regionali, hanno ripetuto le loro istanze anche ai politici regionali, in particolare puntando su una mediazione bipartisan che impegna i consiglieri Gianni Pastorino (Rete a sinistra) e Matteo Rosso (Fratelli d’Italia). Infine entra in campo anche la Asl 3 che propone un tavolo di confronto tra medici di medicina generale, azienda sanitaria genovese e la Regione.
L’obiettivo lo spiega il commissario straordinario Luciano Grasso: “Studiare punto per punto, gli aspetti procedurali e le situazioni che il decreto lascia aperte”. Grasso riconosce che la spesa farmaceutica nel corso degli anni è lievitata a fronte di entrate pubbliche sempre più scarse, e per questo considera importante un’azione coordinata tra i soggetti chiamati in causa. Fin qui la parte istituzionale. Vedremo cosa succede oggi a Roma, anche se pare di capire, la Regione Liguria non è intenzionata a ricevere un no romano. Seguono a ruota Toscana e Veneto. La palla ora passa al ministro Lorenzin.
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