I titolari di farmacia che hanno sottoscritto accordi con le aziende farmaceutiche per la cessione dei propri dati di mercato verifichino se nel contratto sono presenti clausole che autorizzano la società incaricata di raccogliere materialmente tali dati a utilizzarli per altre finalità. In caso affermativo, sarebbe opportuno che il farmacista precisasse i limiti dell’accordo contrattuale, con una comunicazione alla controparte che agganci la validità del consenso al trattamento alla durata delle condizioni commerciali pattuite con l’azienda farmaceutica. E’ l’indicazione che Federfarma ha diramato ieri alle farmacie associate a pochissimi giorni dal rinnovo dell’accordo triennale di collaborazione con IQVIA (ex QuintilesIMS extension).
«L’innovazione tecnologica» ricorda la Federazione in una circolare «ha facilitato la dematerializzazione e la raccolta strutturata dei dati di vendita di tutti i prodotti venduti in farmacia». Depurati dei dati personali, tali rilevazioni sono utili alla farmacia, che così può definire le proprie strategie di acquisto e vendita, ma anche alle imprese della filiera e alle loro operazioni di marketing. Inoltre, gli stessi dati possono essere utilizzati da terzi per attività statistiche o di ricerca. «E’ dunque evidente» continua la circolare «che le informazioni di cui dispone ciascuna farmacia rivestono un valore economico non indifferente e di facile quantificazione».
Dovrebbe quindi essere tra le consapevolezze di ogni farmacia che i dati di vendita di cui dispone hanno un considerevole valore e vanno quindi protetti. Anche verificando che nei rapporti economici instaurati con chi acquisisce tali rilevazioni ci siano clausole a tutela della proprietà. E’ il caso, appunto, di quei contratti con cui il titolare cede superficialmente i propri dati per finalità aggiuntive a quelle originarie, finendo così per sminuirne il valore. La cessione a titolo gratuito, infatti, non solo non porta niente alla farmacia ma finisce anche per scoraggiare le aziende che, per avere le stesse informazioni, sono pronte a riconoscere ai farmacisti una contropartita economica.
Federfarma, infine, conclude ricordando alle associazioni provinciali che per semplificare l’invio delle comunicazioni di rettifica da parte delle farmacie (con il modulo allegato alla circolare) possono farsi carico loro stesse della raccolta e trasmissione delle lettere in un’unica spedizione cumulativa.
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