I dati resi pubblici dopo il ‘Sunshine Act‘, obbligo presto anche in Europa
Le maggiori aziende farmaceutiche europee hanno speso 1,5 miliardi di dollari in pagamenti a medici e ospedali universitari degli Stati Uniti solo lo scorso anno, secondo le statistiche ufficiali di OpenPaymentsData riportate dal ‘Financial Times‘. I dati sono frutto di una recente legge nota in Usa come ‘Sunshine Act’, secondo cui le società del farmaco devono rendere pubblici questo tipo di ‘fee’, e l’analisi dei risultati dell’intero anno mostrano che i grandi gruppi del vecchio continente sono i più ‘spendaccioni’.
In Europa, una normativa simile entrerà in vigore nel 2016. Le imprese europee rappresentano infatti il 23% della quota totale di fondi (quasi 6,5 miliardi di dollari) versata dall’industria globale, con Roche in cima alla classifica (435 milioni di dollari, più di ognuno dei grandi gruppi statunitensi, tra cui Pfizer e Merck), seguita da Novartis e Sanofi. Roche ha specificato di aver riservato circa 250 milioni di dollari per il pagamento di royalty che la sua controllata statunitense Genentech ha dovuto versare a un ospedale californiano che detiene i brevetti relativi ad alcuni suoi farmaci di successo contro il cancro, come Avastin e Herceptin.
Le statistiche suddividono i pagamenti in due categorie: quelli per la partecipazione agli studi sui farmaci e quelli per servizi di consulenza, per aver fatto da speaker, per viaggi e intrattenimento.
La britannica GlaxoSmithKline si piazza quarta, con un totale di 213 milioni di dollari, di cui 36 per servizi non legati alla ricerca. Ancora, i pagamenti fatti da AstraZeneca, la quinta classificata, risultano a quota 184 milioni di dollari: meno di Gsk, anche se l’anglosvedese ha speso più di due volte l’importo (74 milioni) per i pagamenti non di ricerca.
Barbara Di Chiara – 7 luglio 2015 – PharmaKronos
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