Lodi, 24 agosto 2010 – Prima una buona notizia: nelle ultime due settimane ai sindacati locali non è arrivato alcun fax da parte di aziende che chiedono cassa integrazione e messa in mobilità per i propri dipendenti, né da parte di multinazionali che dichiarano esuberi e pensano di abbassare le serrande. Ma da settembre in poi salirà alle stelle la temperatura delle trattative sindacali per mettere una pezza alle tante crisi aperte e che l’estate ha lasciato irrisolte. Primo fra tutti il caso Schering Plough, multinazionale del farmaco con stabilimento a Comazzo che vuole mandare a casa 130 lavoratori e alcuni informatori scientifici.
«Entro metà settembre ci incontreremo con l’azienda nella sede del Ministero a Roma», annuncia Domenico Campagnoli, segretario locale della Cgil. Per adesso, la triplice sindacale è scesa in piazza con la distribuzione di volantini nei giorni di mercato e durante gli spettacoli estivi all’aperto. Per sottolineare che «la crisi non va in ferie». Purtroppo, sul fronte Schering Ploug le speranze sono al lumicino. «Ho visto di rado una multinazionale cambiare idea», dice Giampiero Bernazzani, delegato della Cisl al comparto chimici. Campagnoli (Cgil) aggiunge: «Ci appelleremo a tutti i parlamentari del territorio ma ho la brutta sensazione che ci troviamo di fronte a piani già stabiliti».
Aperti anche i casi Areva e Nilfisk. Luca Magnani, delegato della Cgil, spiega: «Per Nilfisk abbiamo fissato un incontro a settembre per fare il punto. La cassa integrazione straordinaria scade a novembre anche se si sono fatte solo 2 settimane per 7 lavoratori a novembre del 2009. Poi l’aumento della produzione di spazzatrici industriali ha permesso di assorbire i lavoratori addetti alla lavasciuga, reparto destinato a trasferirsi in Ungheria». I sindacati tenteranno di salvare altri 15 posti nello stabilimento di Guardamiglio. Per Areva, sempre a Guardamiglio, a settembre scatterà l’esternalizzazione dei reparti di logistica, resine e carpenteria.
«Nel frattempo — dice Magnani — sugli 81 esuberi dichiarati, bisognerà lottare per garantire un posto a 20 addetti alla logistica che – secondo il piano firmato da sindacati e ditta – dovrebbero essere riassunti a parità di condizioni dall’azienda a cui verrà affidato l’incarico. Almeno 15 operai hanno detto che si faranno mettere in mobilità con l’incentivazione economica (40mila euro, ndr). Ma bisognerà mettere a punto le trattative per capire quanti potranno, fra mobilità e cassa integrazione, avere lo scivolo verso la pensione». Resta incerto il destino della Polenghi Mario di Codogno. «I proprietari vogliono vendere ma non ci sono offerte solide — dice Magnani —. Abbiamo chiesto un incontro ad Assolodi, sono a rischio 30 lavoratori».
E anche se l’Akzo Nobel chiuderà i battenti, la partita più grossa resta il rilancio industriale dello stabilimento. «Qualcuno si era fatto avanti, ma è saltato tutto — dice Bernazzani —