La minaccia crescente posta dalla circolazione in commercio di farmaci contraffatti, falsificati e sub-standard ha oggi raggiunto livelli allarmanti. Per tale motivo l’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) in collaborazione con Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Società Italiana di Medicina Farmaceutica (SIMeF) e Società Italiana di Farmacologia (SIF), ha organizzato a Roma in data 10 maggio un convegno intitolato “Convegno sul Crimine Farmaceutico: Identificazione, Contrasto ed Eliminazione” in cui verrà fatto il quadro della situazione su tale problema e saranno illustrate possibili soluzioni per ridurlo. Il convegno si terrà presso l’Aula Brasca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
PharmaStar – Lunedì 7 maggio 2018 – Emilia Vaccaro
La minaccia crescente posta dalla circolazione in commercio di farmaci contraffatti, falsificati e sub-standard ha oggi raggiunto livelli allarmanti. Per tale motivo l’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) in collaborazione con Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Società Italiana di Medicina Farmaceutica (SIMeF) e Società Italiana di Farmacologia (SIF), ha organizzato a Roma in data 10 maggio un convegno intitolato “Convegno sul Crimine Farmaceutico: Identificazione, Contrasto ed Eliminazione“ in cui verrà fatto il quadro della situazione su tale problema e saranno illustrate possibili soluzioni per ridurlo. Il convegno si terrà presso l’Aula Brasca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.“Farmaci contraffatti, falsificati e sub standard sono tre cose diverse che rientrano all’interno di un intento criminale che è quello di far passare per buono un farmaco che non è tale” ha sottolineato Sergio Caroli, Consigliere SIMeF.
Un farmaco è falsificato quando viene venduto per quello che non è, quindi non corrisponde alla verità e cioè a quanto si è dichiarato ci sia all’interno. “Questo è un fenomeno gravissimo in Paesi con economia in transizione come l’India”- ha aggiunto Caroli- “che è molto colpita dalla malaria e vede diverse migliaia di morti all’anno tra i bambini al di sotto dei 10 anni a cui si pensa di aver somministrato il farmaco antimalarico a scopo preventivo e invece è stato dato un falso farmaco”.
Si parla peraltro di farmaco contraffatto quando non ne viene alterato il principio attivo, però il farmaco viene etichettano di nuovo e trasportato attraverso canali che non garantiscono la stabilità dello stesso. “Il problema nasce dal fatto che non sono assicurate le condizioni per il trasporto corretto (es. catena del freddo) e il loro mantenimento” ha sottolineato Caroli.
Infine, si parla di farmaco sub-standard quando il principio attivo e gli eccipienti sono corretti, ma le modalità di fabbricazione non rispettano le norme igieniche (es. impastatrici di cemento usate per preparare medicinali) e ciò aumenta il rischio di contaminazioni dovute ai dispositivi con cui vengono prodotti.
“Oggi grazie all’AIFA e al progetto comunitario che stimola tutti i Paesi europei, si parla di “crimine farmaceutico” che come termine ha suscitato perplessità da parte di alcune aziende farmaceutiche perché potrebbe ciò ledere l’immagine della stessa azienda; in realtà non è così, anzi va elogiata un’azienda che riconosca il problema e si impegni a risolverlo” ha evidenziato Caroli.
Essendo un fenomeno in crescita saranno presenti all’incontro Ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco, Istituto Superiore di Sanità, Carabinieri NAS, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Federfarma, Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, istituzioni universitarie ed aziende farmaceutiche.
La situazione a livello internazionale, in Paesi che hanno meno controlli dell’Italia, si sta aggravando; il nostro Paese ha un posto di primo piano perché quello che si è fatto soprattutto presso l’AIFA, il progetto contro la lotta a questo tipo di crimine, è stato preso ad esempio da altri Paesi. La stessa Commissione Europea ci ha chiesto recentemente di tenere corsi di addestramento per i Paesi meno preparati.
Per agevolare i controlli sui farmaci, Marya Lieberman, dell’Università di Notre Dame nell’Indiana ha messo a punto un sistema molto semplice per fare un’analisi iniziale di cosa può essere un medicinale falsificato e cosa no. Tale sistema, che verrà presentato in occasione di questo congresso, funziona in linea di massima nell’80% dei casi ed è molto semplice perché può usarlo anche una persona sprovvista di laboratorio o di sistemi analitici complessi.
Il sistema si basa sulla cromatografia e su delle schedine con 12 colonne impregnate di reagenti specifici. Attraverso una reazione colorimetrica si arriva a capire se il farmaco è o meno contraffatto. Questa schedina cromatografica può essere fotografata e inviata a un software chiamato VERIPAD che dà informazioni dettagliate e standardizzate rispetto a una banca dati in esso contenuta.
“Grazie a questo sistema”- ha aggiunto Caroli- si potrebbero ridurre le analisi più impegnative e con tecnologie specifiche per l’identificazione dei farmaci contraffatti, che andrebbero riservate solo ai casi dubbi e quindi per la zona grigia che non è stata chiarita dalle schedine. Tale brevetto potrebbe essere acquistato dalle dogane italiane per essere usato nei porti ed aeroporti italiani”.
Al convegno saranno presenti anche aziende farmaceutiche, tra cui quelle che si occupano della distribuzione dei farmaci e che quindi che applicano la buona pratica di distribuzione dall’all’azienda produttrice fino alla farmacia che si occuperà della vendita o comunque ad altre fonti di consumo come gli ospedali, assicurandone l’integrità (rispettando le condizioni di conservazione come temperatura e umidità).
In conclusione, questo congresso sarà l’occasione per approfondire temi su cui il nostro Paese sta lavorando attivamente. Oggi abbiamo a disposizione anche nuove e rapide tecnologie per combattere questo crimine e dobbiamo usarle sempre di più e condividerle con altri Paesi meno dotati di risorse adeguate per fronteggiare questo fenomeno.
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