La presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani (Pd), raccogliendo l’appello diffuso oggi dalla Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco, ha
“Pur riconoscendo l’importanza dello smart working e delle forme di lavoro da remoto – scrive Serracchiani – esse appaiono come una parte integrativa e non sostitutiva dell’esercizio professionale degli informatori scientifici, in quanto in questo campo il rapporto umano con i medici è ancora irrinunciabile”.
Nella lettera la parlamentare auspica che “si possa cominciare a mettere finalmente mano al problema dell’inquadramento di questi lavoratori che tuttora non hanno alcun riconoscimento ufficiale della loro professionalità, che è legata all’ambiente sanitario.
Ciò anche alla luce dell’ordine del giorno presentato in sede di conversione al Cura Italia con cui il Governo si impegna a valutare l’opportunità di emanare direttive che regolamentino le modalità di ripresa dell’attività degli informatori scientifici del farmaco”.
“Ci attendono anni in cui sarà ancora più forte il bisogno di una informazione scientifica di altissimo livello per la quale – conclude Serracchiani – dovranno essere richieste e garantite capacità, preparazione e aggiornamento continuo”.
La notizia è conseguenza di un Comunicato Fedaiisf rilanciato con una libera interpretazione dall’ANSA Friuli Venezia Giuli.
Note: All’ANSA hanno utilizzato la definizione “rappresentanti farmaceutici” che non esiste. Solo negli Stati Uniti gli Informatori sono definiti rappresentanti di vendita, ma in USA hanno un altra funzione. In tutte le altre parti del mondo hanno un altra definizione. Ovviamente è frutto dell’ignoranza diffusa sul ruolo e la funzione dell’ISF, per legge definito Informatore scientifico del farmaco