Tra una spending review che continua a tornare alla ribalta, tra alcune dichiarazioni attorno al Ddl concorrenza, che, con l’intenzione di riproporre le misure sulla fascia C, mettono un focus sull’aspetto del risparmio, tra i tagli in discussione tra regioni e Governo, un’impressione che si ricava è che stia passando che sostenibilità e miglioramento del Ssn possono passare attraverso una riduzione dei costi.
Ma c’è da capire fino a che punto e con quali limiti il risalto su una politica dei prezzi sia percorribile quando si parla di salute. A rispondere è Federico Spandonaro, professore all’Università Tor Vergata di Roma e presidente Crea Sanità. «Meno paghiamo, meglio stiamo certo, ma sembra che a volte si ignori che abbiamo già i prezzi più bassi di Europa, in primis sui farmaci, che qui sono in media un 20% in meno, ma il sospetto è che la situazione sia simile anche per i dispositivi. Complessivamente noi spendiamo un terzo in meno rispetto agli altri Paesi: di tutto possiamo lamentarci tranne che spendiamo troppo».
C’è poi una considerazione da fare sulla politica industriale: «È chiaro che le industrie a livello internazionale si confrontano con paesi più ricchi e disposti a spendere di più e paesi con minori disponibilità, e fanno politiche di prezzo differenti e in linea, ma lo sconto che possono fare ha un limite, perché non può neanche diventare un boomerang, un elemento che poi porta gli altri paesi a rinegoziare i prezzi verso il basso». In generale, «credo che non ci siano più tanti margini per ridurre. L’unico settore che è stato tagliato pesantemente è il farmaceutico, mentre per esempio quello dei beni e servizi continua di fatto a crescere».
Anche perché a farne le spese sono alla fine le prestazioni ai cittadini: «Voglio vedere se negli altri Paesi si accetterebbe di ritirare i farmaci negli ospedali in nome di un risparmio del sistema o anche la situazione che abbiamo sulle liste di attesa e quant’altro». Il problema è ampio e complicato: «È vero che il sistema sanitario riesce ancora a dare quasi tutto a tutti, ma sottolineo il quasi e sottolineo che a volte, anche sull’accesso ai farmaci o sul sociale, le regole sono talmente complicate che di fatto hanno l’effetto di porre dei limiti». Occorre fare scelte con la consapevolezza che ogni discorso «va affrontato in maniera complessa».