I nuovi tetti sulla spesa farmaceutica fissati dalla Legge di Bilancio per il 2017 richiederà alle Regioni «un maggiore impegno nel controllo dell’appropriatezza prescrittiva». E’ la valutazione espressa dalla Corte dei conti nell’ottavo Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, la relazione con cui annualmente le Sezioni riunite della Corte analizzano effetti e ricadute delle politiche pubbliche. Nella voluminosa pubblicazione (quasi 400 pagine) non poteva ovviamente mancare un’analisi delle dinamiche che caratterizzano la spesa sanitaria e, al suo interno, la spesa farmaceutica del Ssn. L’attenzione dei magistrati contabili, ovviamente, va innanzitutto all’intervento della Manovra 2017 che riorganizza dalle fondamenta il sistema dei tetti: fino allo scorso dicembre, c’era un budget per la spesa ospedaliera che non doveva superare il 3,5% del Fondo sanitario annuale e un altro per la spesa territoriale (convenzionata più diretta dpc) che doveva stare sotto l’11,35%; da gennaio, invece, ci sono due nuovi tetti, uno sulla convenzionata che vale il 7,96% (del Fondo sanitario) e l’altro sulla spesa per acquisti centralizzati (ospedaliera più diretta-dpc) che vale il 6,89%. «Il provvedimento» è la riflessione della Corte «mira a consentire una maggiore tracciabilità dei dati, utile anche al fine di ridurre i contenziosi con le aziende farmaceutiche (sul ripiano degli sfondamenti annuali, ndr) che nell’ultimo periodo hanno registrato un notevole aumento».
Il nuovo sistema, però, avrà ricadute anche sulle entrate che il sistema del “payback” assicura alle Regioni. «Il funzionamento dei meccanismi che regolano il pay back» si legge del Rapporto «è diverso tra assistenza farmaceutica territoriale e ospedaliera. Nella prima, lo sforamento rispetto al tetto previsto è totalmente a carico degli operatori; nella seconda, è a carico per il 50% delle aziende farmaceutiche e per la restante quota delle Regioni». Dunque, se fino all’anno scorso un eventuale sfondamento della diretta veniva ripianato interamente dai produttori, d’ora in avanti le Regioni potranno avere indietro soltanto il 50%. Federfarma aveva colto il mutamento di paradigma per tempo, tant’è vero che a più riprese aveva invitato le Regioni a ridurre gli effetti da “depotenziamento” del payback con lo spostamento in convenzionata di un adeguato numero di farmaci del Phjt, di uso consolidato.
Il consiglio della Corte dei conti, invece, è quello di incrementare la vigilanza sull’appropriatezza prescrittiva, per tenere la briglia corta alla spesa ed evitare ulteriori deragliamenti. Anche perché – continua il Rapporto – a far volare le uscite provvede già distribuzione diretta: gli acquisti di beni da parte di Asl e ospedali, annota il Rapporto, sono cresciuti dal 2009 di oltre il 27% (+3,9 miliardi) e la dinamica va imputata principalmente ai farmaci, che rappresentano ormai il 61% di tale voce.
(AS – 06/04/2017 – Federfarma)
AIFA – Autocertificazione e relativo contributo del 5% (05/04/2017)
Si ricorda che tutte le Aziende farmaceutiche devono produrre all’Agenzia Italiana del Farmaco entro e non oltre il 30 aprile 2017 l’autocertificazione dell’ammontare complessivo della spesa sostenuta nell’anno 2016 per le attività di promozione, al netto delle spese per il personale addetto, sulla base dello schema approvato con Decreto del Ministro della Salute del 23.04.04 e versare, entro la medesima data su apposito fondo istituito presso l’Agenzia, il relativo contributo del 5% ai sensi dei commi 17 e 18 dell’art. 48 della legge 326/2003.
L’autocertificazione deve essere inviata al seguente indirizzo PEC protocollo@aifa.mailcert.it indicando in oggetto la causale “Autocertificazione 5%” ed il nome dell’azienda farmaceutica.
Attached:
- Comunicazione alle Aziende Farmaceutiche
- Modello di “Autocertificazione delle spese per attività promozionali sostenute nell’anno 2016”