Congressi scientifici organizzati per promuovere determinati farmaci e concorsi truccati
Franco Aversa, direttore della struttura complessa di Ematologia e del centro trapianti midollo osseo dell’azienda ospedaliera di Parma, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione Conquibus condotta dal Nas di Parma su mandato della locale Procura.
I reati contestati agli indagati sono corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, comparaggio farmaceutico, abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.
Oltre al dirigente medico, è stata arrestata anche una imprenditrice perugina, Paola Gagliardini [titolare di CSC Congressi]. Applicate misure cautelari interdittive a carico di altri novi indagati tra medici universitari, fra cui Nicola Giuliani, e rappresentanti del settore farmaceutico. Sequestrati 335mila euro. le indagini riguardano complessivamente 36 persone e diverse aziende del settore coinvolte nelle attività illecite.
Aversa è considerato un luminare italiano dell’ematologia, dipartimento che ha contribuito a fondare all’ospedale di Parma. E’ stato pioniere di innovative tecniche di trapianto di cellule staminali fino ad ottenere riconoscimenti internazionali per aver consentito, per la prima volta al mondo, il successo del trapianto anche tra soggetti non compatibili.
L’indagine, durata due anni dal 2015 al 2016 e avviata dopo la denuncia di un medico, ha evidenziato tre episodi di indebita induzione, cinque casi di corruzione e vari episodi di abusi d’ufficio. Le case farmaceutiche coinvolte non hanno sede a Parma, alcune sono internazionali.
Al centro del sistema c’era Aversa, professore universitario di fama internazionale, e la referente di un ditta organizzatrice di eventi scientifici – formativi i quali, con la complicità di altri professori e amministrativi universitari, medici, rappresentanti di aziende farmaceutiche, favoriva l’organizzazione di congressi scientifici durante i quali pubblicizzare i prodotti delle ditte che avevano sponsorizzato l’evento.
Un fenomeno non nuovo: “Il fenomeno dei congressi usati a questo risale ai tempi di Tangentopoli” ha detto il procuratore Alfonso D’Avino nel sottolineare come, a distanza di anni, il fenomeno illecito prosegua.
Per chi non aderiva alle sponsorizzazioni scattava la minaccia di ritorsioni, come il mancato inserimento dei medicinali nel prontuario dei farmaci o la mancata prescrizione nell’ambito delle attività ospedaliere.
“Poco importa il contenuto tecnico del farmaco, conta il ‘conquibus’ cioè quello che può essere intascato” il tenore delle intercettazioni di cui hanno parlato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa convocata nel palazzo della Procura.
Così veniva promosso l’inserimento di taluni farmaci oncologici nel prontuario regionale per ampliarne la diffusione sul mercato; “un sistema ben articolato per introdurre su larga scala alcune medicine”.
Un altro filone riguarda concorsi truccati per il conferimento di assegni di ricerca; le prove erano solo apparenti dato che già erano stati individuati i vincitori, persone vicine ad Aversa. Nomine pilotate della commissione e redazione di falsi verbali in cui si dava atto di attività concorsuali che non era state effettuate.
A carico di Aversa anche il reato di truffa aggravata: il professore svolgeva attività professionale fuori provincia anche se aveva rapporto di lavoro in esclusiva con l’ospedale di Parma.
Per l’azienda ospedaliera parmigiana si tratta di un nuovo scandalo dopo quello che ha portato all’arresto mesi fa di Guido Fanelli, esperto in cure palliative, nell’operazione Pasimafi. L’allora capo della Procura parlò di “corruzione quasi permanente”.
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Note: Sembra che D’Aversa favorisse l’organizzazione di congressi scientifici durante i quali pubblicizzare i prodotti delle ditte che avevano sponsorizzato l’evento. Le aziende farmaceutiche che non aderivano alle sponsorizzazioni venivano minacciate di ritorsioni, quali il mancato inserimento dei loro medicinali nel prontuario dei farmaci o la mancata prescrizione in ospedale. Gli investigatori hanno mantenuto il riserbo sul nome delle aziende coinvolte, spiegando che il gip si è riservato di accertare eventuali responsabilità nelle attività illecite