Grosso guaio per Big Pharma: le accuse di corruzione e gli arresti dei manager potrebbero cancellare Glaxo dal florido mercato cinese del farmaco. Ed è solo l’inizio…
La previsione catastrofica per il colosso farmaceutico GlaxoSmithKline arriva dall’agenzia internazionale Reuters, secondo cui il caso di corruzione che sta investendo da tempo la multinazionale britannica potrebbe essere solo l’inizio di guai peggiori, a catena.
Alcuni giorni fa la polizia cinese ha infatti messo sotto accusa 46 persone per tangenti da centinaia di milioni di euro che la casa farmaceutica avrebbe pagato a medici e strutture ospedaliere locali per convincerle a prescrivere ai pazienti i propri farmaci.
Tra gli indagati ci sarebbe Mark Reilly, dal 2009 alla guida della divisione cinese di Glaxo, e suoi collaboratori cinesi. Coinvolte anche 700 agenzie di viaggio compiacenti, attraverso cui sarebbero transitati circa tre miliardi di yuan (360 milioni di euro) che sarebbero serviti a corrompere i medici.
Questi gli ultimi risultati delle indagini portate avanti dagli investigatori di Changsha, capoluogo della provincia dello Hunan, rilanciate dall’agenzia Agi.
Reuters sottolinea che i ricavi di Glaxo nel Paese sono crollati del 61% nel terzo trimestre dello scorso anno e ancora del 20% nel primo trimestre del 2014 rispetto all’anno precedente. Un impatto che potrebbe determinare –secondo i media ufficiali cinesi – "danni irreparabili" per l’azienda, in un mercato farmaceutico destinato a diventare entro tre anni il secondo più grande del mondo, dopo gli Stati Uniti, a detta dei consulenti specializzati di IMS Health. Glaxo potrebbe rischiare ora la revoca delle licenze pubbliche ad operare.
Certo se Atene piange, manco Sparta se la passa poi tanto bene. Le consorelle di Glaxo in Big Pharma, tra cui Novartis AG, AstraZeneca Plc, Sanofi SA, Eli Lilly & Co e Bayer AG, sono state tutte fatte oggetto di attenzione da parte delle autorità locali in periodi più o meno recenti. Il tema delle leggi anti-corruzione e dei prezzi dei farmaci gonfiati artificialmente è del resto molto sensibile per i leader di una nazione in crescita impegnata nella sfida di fornire assistenza sanitaria a prezzi accessibili a quasi 1,4 miliardi di persone.