Documento della Conferenza delle Regioni del 14 e del 28 settembre
Nella successiva seduta del 28 settembre la Conferenza delle Regioni, come riportato nel document approvato, condiziona l’espressione dell’intesa sull’ultima stesura dello schema di decreto rispetto agli impegni presi dal Governo a:
1. individuare il più celermente possibile – e comunque entro la definizione del payback per l’anno 2019 – un ente centrale o ufficio ministeriale che, alla stregua di quanto avviene da parte di AIFA per il payback farmaceutico, certifichi per Regione gli importi dovuti a tutela dell’intero percorso di riscossione per ridurre il possibile contenzioso;
2. aprire un tavolo di confronto con il Ministero dell’Economia e Finanze per definire criteri comuni di valutazione dei rischi e per la gestione dell’eventuale contenzioso;
3. adottare i provvedimenti e le modifiche normative necessarie, attraverso la costituzione di uno specifico Tavolo di lavoro interistituzionale, per addivenire in tempi rapidi a definire una modalità analoga di ripiano del payback sia farmaceutico che dei dispositivi medici determinata sulla base dell’ammontare del superamento dei tetti nazionali e regionali della spesa farmaceutica e della spesa per l’acquisizione di dispositivi medici allo scopo di assicurare l’appropriatezza nell’assegnazione delle risorse disponibili in rapporto alla maggior spesa sostenuta, da applicarsi a partire dalle annualità di payback non ancora assegnate alle Regioni e Province autonome.
La Conferenza chiede inoltre al Governo chiarimenti in ordine:
1. alla corretta interpretazione dell’articolo 18 comma 1 DL 115/22, vale a dire che è da intendersi l’iscrizione delle somme sul bilancio sanitario 2022 sulla base del principio di competenza economica;
2. alla definizione di criteri omogenei per effettuare accantonamenti per gli importi a maggior rischio di esigibilità.
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Note: La spesa convenzionata continua a essere “sotto controllo, non si può dire altrettanto per la spesa per acquisti diretti di farmaci, che nel primo quadrimestre 2022 hanno sfiorato i 7,2 miliardi, vale a dire il 10,3% del Fsn, mentre il tetto previsto è pari al 7,65%: si tratta di quasi tre punti percentuali in più, che a valori assoluti significano uno sfondamento di più di un miliardo di euro. Che (queste sono ancora le regole) dovrà essere ripianato in parti uguali, con il meccanismo del payback, dalle Regioni e dalle industrie farmaceutiche interessate agli sfondamenti.