Il mercato del farmaco generico in Italia è ancora fermo al 15% di penetrazione
del mercato, a fronte di una media europea di oltre il 50%. Eppure, produce
farmaci fondamentali per la pratica clinica quotidiana (generici, ex galenici,
perfusionali, biosimilari) a costi contenuti per il Servizio Sanitario Nazionale.
AssoGenerici è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici in Italia. Fondata nel 1993, l’associazione rappresenta 50 aziende del settore farmaceutico che producono farmaci sia per il mercato nazionale sia per i mercati esteri, oltre ad aziende che effettuano produzioni di farmaci in conto terzi.
Le aziende associate sono multinazionali e piccole aziende, che producono una vasta gamma di farmaci, dai generici ai biosimilari, dalle soluzioni perfusionali ai galenici tradizionali, distribuiti sia nelle farmacie al pubblico che negli ospedali. Assogenerici, aderisce in ambito internazionale alla European Generic Medicines Association (EGA), l’associazione che rappresenta l’industria dei farmaci generici in Europa, in prima linea nello stimolare la competitività e l’innovazione nel settore farmaceutico.
Per capire qual è la situazione di mercato del farmaco generico in Italia, alla luce anche del recente dibattito generato dal cosiddetto "Decreto Balduzzi”, abbiamo rivolto alcune domande a Giorgio Foresti, presidente di AssoGenerici.
Come si è evoluto nei corso degli anni il mercato del generico in Italia?
"Dal 2001, data della prima introduzione dei generici in Italia, le aziende farmaceutiche impegnate in questo settore hanno visto uno sviluppo progressivo del mercato di riferimento, anche a seguito dell’armonizzazione della legislazione italiana con quella comunitaria sulla durata dei brevetti.
Il comparto delle aziende impegnate nella produzione e commercializzazione di farmaci generici ha creato in questo lasso di tempo quasi 10.000 posti di lavoro (tra addetti diretti e indotto