La Commissione sarà, come nella scorsa legislatura, monocamerale. La Commissione, composta da 20 senatori oltre il presidente, ha il compito di verificare lo stato di attuazione delle politiche sanitarie e socio-sanitarie sull’intero territorio nazionale, controllando la qualità dell’offerta di servizi ai cittadini utenti e lo standard delle condizioni di accesso, con particolare riferimento ai livelli essenziali di assistenza (Lea).
Il disegno di legge prevede che la Commissione, la cui durata è fissata per l’intera legislatura, debba presentare relazioni specifiche sulle risultanze emerse, al termine dei suoi lavori. Attraverso il monitoraggio della spesa sanitaria regionale, la Commissione verifica l’appropriatezza delle prestazioni e l’esistenza di eventuali sprechi. Tra i vari compiti, quello di indagare sullo stato di attuazione e funzionamento del numero per l’emergenza-urgenza 118 e sui risultati ottenuti dai vari centri italiani in termini di quantità e di qualità nell’attività di trapianto. La Commissione ha inoltre il potere di acquisire tutti gli atti, i documenti e le testimonianze riguardanti l’inchiesta. La normativa approvata dal Senato prevede che i componenti della Commissione, i funzionari e il personale di qualsiasi ordine e grado, sono obbligati al segreto per quanto riguarda le deposizioni, le notizie, gli atti e i documenti acquisiti al procedimento d’inchiesta, anche quando di tali materiali e di tali informazioni siano venuti a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio.
Le sedute della Commissione sono pubbliche, salvo che la Commissione disponga diversamente. L’attività e il funzionamento sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell’inizio dei suoi lavori. E’ previsto che ciascun componente può proporre modifiche al regolamento stesso. Il ddl prevede che le spese per il funzionamento della Commissione sono a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica. Sono stabilite nel limite massimo di 50.000 euro per l’anno 2006 e di 100.000 euro per ciascuno degli anni successivi. Il presidente del Senato, però, può autorizzare annualmente un incremento delle spese, in misura non superiore al 30%.