Pharmaceutical chemist: CGIL Rome and Lazio, strengthen the challenge sector for the Region

Si parla sempre di un’industria che produce, ma non è collegata all’innovazione e alla ricerca. Nelle imprese biotech la nostra regione non e’ all’avanguardia per nascita e crescita di queste aziende. Nelle esportazioni, i farmaci fanno la parte del leone ma sono farmaci di sintesi chimica non biologici, che invece importiamo

19 novembre 2015 – rassegna sindacale.it

“Accogliamo con favore la proposta dell’assessore Valent di creare un osservatorio in cui le istituzioni, le parti datoriali, le organizzazioni sindacali si possano confrontare periodicamente su uno dei settori strategici della nostra Regione qual è il chimico farmaceutico. Siamo disponibili fin da subito e invitiamo l’assessore a trovare le giuste modalità per renderlo operativo”. Così, in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino nel corso del convegno “Il rilancio delle politiche industriali nel settore del chimico farmaceutico” organizzato dalla Filctem Cgil regionale al Centro Congressi Cavour. “A Roma e nel Lazio – continua – non abbiamo la percezione dell’esistenza di quel vero tesoro in questo settore che sono i centri di ricerca. Si tratta di una risorsa straordinaria che non viene messa a frutto. Si parla sempre di un’industria che produce, ma non collegata all’innovazione e alla ricerca”.

Inoltre, “nonostante si dica sia aumentato il numero delle imprese registrate nel Lazio, per quanto riguarda le imprese biotech la nostra regione non e’ all’avanguardia per nascita e crescita di queste aziende anche se, come abbiamo visto, esiste un tessuto di competenze, un background che lo potrebbe permettere”. “Per un comparto come questo – aggiunge – il tema della spesa pubblica è molto importante. Ed è importante che il pubblico faccia un passo avanti, perché se gli investimenti non arrivano dal pubblico non arrivano neanche dai privati”.

“La nostra regione è una grande esportatrice, ma esportiamo comunque intorno al 5% del Pil nazionale. Troppo poco per una regione come in Lazio. In queste esportazioni, i farmaci fanno la parte del leone ma sono farmaci di sintesi chimica non biologici, che invece importiamo”. ‎”Sono quindici anni che sentiamo parlare di riforme – dice ancora By Bernardino , “credo che serva una riforma capace di porsi il problema di quale tipo di incentivi offrire al settore, incentivi capaci di sostenere la ricerca,la formazione, le imprese innovative. Pur dentro a una congerie di provvedimenti, siamo in assenza di una politica industriale chiara. ‎Dovremmo fare in modo che i fondi europei vengano spesi e indirizzati in questo settore. E’ questa è una sfida per la Regione Lazio. Credo che l’iniziativa di oggi avra’ un senso se porterà a un lavoro congiunto con le parti datoriali e le istituzioni per conseguire questo tipo di risultati, nel solco del patto per lo sviluppo e l’occupazione firmato dal sindacato con la Regione Lazio”.

Lazio: Filctem, the Region promotes conventions on biosciences

19 novembre 2015 – rassegna sindacale

Il polo chimico-farmaceutico laziale si caratterizza per la presenza sul territorio di un ricco tessuto imprenditoriale, articolato in grandi imprese nazionali e multinazionali e in dinamiche ed innovative PMI che lo posizionano al secondo posto per importanza dopo la Lombardia. Ha una valenza strategica per l’economia e lo sviluppo del territorio laziale e nell’area Roma Sud-Pomezia-Aprilia-Latina la presenza delle più importanti industrie nazionali e multinazionali ha costituito uno stimolo alla crescita dell’indotto, soprattutto nell’utilizzo di tecnologie più avanzate e nel raggiungimento di ottimi standard qualitativi. A questo si aggiunge nelle province di Roma, Latina e Frosinone un consistente e diffuso tessuto di PMI con elevato patrimonio tecnologico, operanti nei comparti dei dispositivi medici, delle biotecnologie della salute, dell’agroalimentare, dell’informatica applicata alla ricerca e ai servizi in campo medico-sanitario e alla farmaco-genetica. Nella farmaceutica laziale lavorano oltre 15 mila addetti, con altri 6.000 nell’indotto. La farmaceutica è il primo settore esportatore, con un peso del 45% sul totale della Regione. Risultati resi possibili dalla presenza di importanti aziende a capitale italiano e a capitale estero, attive nella produzione, nella ricerca (1.070 addetti in R&S), nelle biotecnologie, con significative collaborazioni con i molti poli di eccellenza pubblici, a partire dall’Istituto Superiore di Sanità. Nella ricerca, nel Lazio, vengono investiti 290 milioni di euro a fronte dei 410 in Lombardia, 240 in Emilia Romagna e 230 in Toscana. Nella regione sono presenti 8 università con facoltà scientifiche di cui 6 pubbliche e 2 private; 13 enti/istituti di ricerca pubblica; 3 istituzioni di ricerca europee; 10 importanti centri di ricerca privati ed il 46,35% degli istituti, clinici e policlinici, universitari italiani”. Così il segretario generale della Filctem Cgil di Roma e del Lazio Ilvo Sorrentino‎ nel suo intervento introduttivo al convegno “Il rilancio industriale nel settore del chimico farmaceutico” promosso dalla categoria regionale dei chimici e tenutosi al Centro Congressi Cavour.

“Anche se il chimico-farmaceutico rimane uno dei principali settori produttivi del Lazio – prosegue – i dati in diminuzione del 2014 fanno sorgere non poche preoccupazioni sulla capacità delle imprese del settore di far fronte ai possibili scenari futuri. Le case farmaceutiche che trainano l’intero settore dovranno infatti affrontare le conseguenze della scadenza brevettuale di importanti prodotti e la naturale perdita economica a favore dei produttori di farmaci generici. Inoltre, la crisi economica e finanziaria, che non impatta direttamente sulla domanda di farmaci, ha accentuato le iniziative di contenimento dei costi da parte dei governi e delle amministrazioni locali attraverso un maggior controllo dei prezzi e dei rimborsi”.

“Il Lazio – aggiunge – ha il suo punto di forza nella produzione di farmaci di sintesi chimica (di cui è esportatore netto e crescente) e il suo punto di debolezza nella produzione dei farmaci biologici (dei quali è importatore netto e crescente). Questo posizionamento presenta rischi nel medio-lungo termine, perché la produzione dei farmaci di sintesi chimica è più esposta alla concorrenza di costo, in primis da parte dei paesi emergenti. Per questo riteniamo utile una convention regionale del settore delle Scienze della vita capace di definire una griglia di proposte operative e una cabina di regia analogamente a quello che avviene nei cluster europei. Il ruolo delle istituzioni pubbliche regionali dovrebbe concretizzarsi lungo quattro assi fondamentali: gli incentivi fiscali e i crediti di imposta su occupazione, ricerca e sviluppo; i programmi specifici di supporto e finanziamento allo sviluppo dei cluster per un più facile accesso a finanziamenti rischiosi, per aziende innovative e per attività innovative; un contesto normativo favorevole all’innovazione e alle reti di innovazione; l’utilizzazione dei cluster tecnologici come strumenti integrati di sviluppo del territorio; interventi per catalizzare le risorse e le competenze necessarie per realizzare progetti innovativi, spesso collocati lungo la frontiera tecnologica. Per quanto riguarda gli incentivi tipi fiscali e i crediti di imposta, ci chiediamo se sia possibile, ad esempio, strutturare un sistema regionale di incentivi fiscali e crediti di imposta a favore degli investimenti esteri dove si premi in modo progressivo le aziende che insediandosi nel Lazio o acquisendo e/o compartecipando aziende locali portino amenti occupazionali di alta professionalità , livelli di reddito più alti del reddito medio del Lazio, investimenti in laboratori di ricerca e sviluppo, ‎accordi strutturati di fornitura con le PMI locali, accordi strutturati con il mondo della ricerca laziale. Si tratterebbe di inserire degli scalini di premialità capaci di evitare che le aziende abbiano tutte le stesse dimensioni di finanziamenti premiando quelle capaci di dare impulso innovativo all’intero territorio”.

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