Fondazione Mesit, ‘Le risorse per la sanità vanno spese meglio’
ANSA in collaborazione Fondazione MESIT
La legge di Bilancio 2025 rappresenta un’occasione per affrontare le principali emergenze sanitarie, non solo aumentando i fondi, ma puntando su una gestione più efficiente delle risorse. Ad esempio ampliando il concetto di innovatività terapeutica in modo da includere nel fondo per i farmaci innovativi previso nella manovra anche i nuovi antibiotici contro i germi resistenti.
Fra le varie emergenze è emersa appunto anche un’emergenza critica che è l’antibiotico-resistenza, ormai “definita come possibile nuova pandemia globale”.
La proposta della Fondazione Mesit, caldeggiata anche da Farmindustria e dal ministro della Salute Orazio Schillaci, “è quella di estendere il Fondo per i farmaci innovativi includendo gli antibiotici ‘reserve’, farmaci di nuova generazione per il trattamento delle infezioni da germi multi resistenti: sarebbe una risposta concreta – aggiunge Trabucco Aurilio, presidente Mesit – a un problema di salute, che provoca migliaia di morti ogni anno”. Questi nuovi e costosi antibiotici, infatti, “sono cruciali per contenere l’avanzata dell’antimicrobico-resistenza ma ancora è difficile farli arrivare ai pazienti in tempi rapidi”.
All’incontro, realizzato con il contributo non condizionante di Sanofi e momento di analisi sui principali provvedimenti della legge di Bilancio 2025 che impattano sul settore sanitario, hanno partecipato istituzioni, industria e accademici.
Le richieste riguardano anche la revisione dei criteri dell’innovatività dei farmaci, ampliando l’accesso al fondo anche ai nuovi antibiotici efficaci contro i super batteri», a cui segue «abolizione del payback dell’1,83% sulla spesa farmaceutica convenzionata (dispensati in farmacia) che rappresenta un aumento dei costi di produzione del 30% e stabilizzare, per quest’anno, il payback per la spesa ospedaliera, che pesa come un’extra tassa da due miliardi sull’industria del farmaco. In attesa di un suo definitivo e auspicabile superamento dobbiamo evitare che il payback della spesa farmaceutica ospedaliera cresca nel 2025.».
«Chiediamo – conclude Cattani – di far salire di mezzo punto percentuale la quota delle risorse per la spesa farmaceutica, raggiungendo il 15,8% del Fondo sanitario nazionale contro l’attuale soglia che assorbe il 15,3% dell’intera torta. È necessario inoltre alzare il tetto per i farmaci dispensati in ospedale.».
Nota: La Fondazione Mesit – Medicina sociale e Innovazione tecnologica – è una fondazione senza fini di lucro attiva nell’ambito della ricerca scientifica e della solidarietà sociale. La fondazione si pone come strumento di tramite tra istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti, università e mondo dell’industria per promuovere un costante confronto sulle tematiche strategiche della salute globale e dell’innovazione tecnologica.
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Proposta di modifica delle Regioni
Una doccia fredda, per l’industria farmaceutica, la manovra economica del governo Meloni per il 2025. A partire dagli appelli rimasti inascoltati, ultimo in ordine di tempo quello ‘in corner’ da parte del presidente di Farmindustria, lanciato solo ieri pomeriggio: il plafond della spesa farmaceutica, in particolare quella ospedaliera, tale è e tale rimarrà anche il prossimo anno, mentre nelle prime versioni circolate della legge di Bilancio era stato incluso un aumento del tetto fino al 15,8% del Fondo sanitario nazionale. E le aziende avevano sperato di poter respirare. Sono invece cattive notizie quella contenute in manovra, per un comparto industriale che è primo in Europa per produzione e secondo in Italia per export e che rivendicava, soprattutto sfruttando il binario della finanziaria, un intervento da parte del Governo, anche sul tema del payback farmaceutico. E infatti sia Farmindustria che Egualia non hanno esitato nell’esprimere la loro delusione. (Fonte Daily Health Industry)
Comunicato stampa congiunto Farmindustria-Egualia su manovra