Antonio Catricalà
No a ogni "arretramento" sulla vendita dei farmaci senza obbligo di ricetta medica nelle parafarmacie e nella grande distribuzione, perché comporterebbe un "danno grave per il Paese". E’ la posizione espressa dal presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà di fronte alla Commissione Sanità del Senato, dove è in discussione il disegno di legge sulla riforma della distribuzione dei farmaci. Al contrario, a giudizio di Catricalà occorrerebbe consentire la vendita nei canali alternativi anche dei farmaci di fascia C (totalmente a carico del cittadino) con obbligo di ricetta medica. Catricalà ha ricordato che, "dopo meno di quattro anni, la sperimentazione effettiva di una sia pure limitata liberalizzazione del sistema trova riscontri positivi. In particolare – ha spiegato – nel 2009, fatto 100 il prezzo medio dei farmaci di automedicazione venduti in farmacia, quello dei prodotti venduti in parafarmacia era pari a 94 e quello dei prodotti venduti presso la grande distribuzione pari a 76. I prezzi medi sono cresciuti di più in farmacia (+3,4%) che nelle parafarmacie (+2,7%) e nella grande distribuzione(+ 2,6%)". E il risparmio di spesa generato dagli sconti nelle parafarmacie è stato pari a 24 milioni nel 2009, su un totale di spesa per i farmaci senza obbligo di prescrizione pari a 2,2 miliardi. "Il dato – ha sottolineato Catricalà – segnala l’esistenza di un forte sbilanciamento della distribuzione a favore delle farmacie (92% delle vendite). Ipotizzando una quota delle vendite fuori farmacia del 30%, il risparmio potrebbe quindi variare dai 40 ai 160 milioni (a seconda della distribuzione tra parafarmacie e Gdo). Il dato effettivo non comprende gli sconti delle farmacie attuati sulla scia di quelli praticati dalle parafarmacie. In tema di farmacie e orari di apertura, poi, occorre "superare il meccanismo della pianta organica".
Se il Parlamento, in questa fase di crisi economica, ritenesse i tempi non maturi, si deve comunque "attuare rapidamente ogni misura almeno per ampliare il numero degli esercizi disponibili e rendere più flessibile il sistema", come quelle previste nel Ddl: indizione del concorso straordinario, previsione delle farmacie stagionali e di quelle da istituire in zone scarsamente popolate. Relativamente agli orari, è preferibile fissare solo "limiti minimi per la garanzia del servizio, lasciando alle singole farmacie libertà di organizzazione". Nelle zone del Paese economicamente poco ‘appetibili’ andrebbero invece istituite "sedi sussidiate, da assegnare tramite procedure concorsuali e finanziate a valere su un fondo alimentato da risorse provenienti dalle imprese operanti in regime di concorrenza". Secondo il numero uno dell’Antitrust, anche il meccanismo di remunerazione dei farmacisti per i medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale (fascia A) va rivisto: non più in percentuale del prezzo del farmaco al pubblico (il 30,35%), ma "a forfait per ogni servizio di vendita di ciascun medicinale, indipendentemente dal suo prezzo", come previsto in molti Paesi europei.