Pochi i blocchetti la cui stampa viene autorizzata dalla Regione. La denuncia del sindacato dei medici italiani. "Il problema già sorto in qualche Asl potrebbe estendersi a tutta la Campania”.
Ricettari distribuiti con il contagocce e assistenza sanitaria a rischio per migliaia di pazienti. I medici di base restano senza uno dei loro principali strumenti di lavoro, quei foglietti bianchi e rossi fondamentali per prescrivere le analisi cliniche e soprattutto i medicinali rimborsabili dal sistema sanitario. A denunciarlo è il Sindacato medici italiani (Smi) che, qualora la situazione non venisse risolta in tempi brevi, presenterà una denuncia per omissione di servizio pubblico.
"Il problema – dice il vicesegretario nazionale dello Smi, Luigi De Lucia – è già esploso in alcune Asl, ma presto potrebbe estendersi a tutta la regione. In alcuni distretti la tensione è alle stelle, si litiga per strappare qualche ricettario in più che al momento viene distribuito col contagocce".
Senza ricetta niente esami clinici, niente farmaci e quindi niente assistenza per i cittadini. A esserne maggiormente colpite sono le fasce più deboli: le persone meno abbienti che non possono acquistare medicinali senza rimborso, gli anziani, i malati cronici costretti a ripetuti controlli e ad assumere molti farmaci. Così come è a rischio anche il medico sul quale ricade la responsabilità delle mancate prescrizioni.
"Diffidiamo i direttori generali e il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro – dice De Lucia – Se la situazione non verrà risolta al più presto e se non si procederà con una programmazione più seria saremo costretti a prendere provvedimenti e a presentare una denuncia per omissione di servizio pubblico".
Ogni ricettario contiene 100 ricette e su ogni ricetta si possono segnare solo due farmaci oppure otto esami clinici per volta. In inverno, in media, un medico consuma anche 150, 200 ricette al giorno. Numeri che si impennano quando un medico ha in cura pazienti cronici che assumono anche 8 farmaci al giorno.
I blocchetti di ricette vengono stampati dal Poligrafico di Stato su richiesta della Regione e, denuncia lo Smi, ogni anno si verifica questa carenza. Si tratta infatti di una programmazione sbagliata della Regione che si basa sul numero di ricettari consumati l’anno precedente, senza tenere conto che quello stesso numero è stato insufficiente.