Secondo l’Istat, che oggi ha comunicato i dati relativi agli indici dei prezzi al consumo, il prezzo dei farmaci nel mese di agosto 2006 ha presentato una variazione tendenziale di -3,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Variazioni tendenziali negative, più in generale, anche nel capitolo dei Servizi sanitari e spese per la salute (-0,1%). Secondo Claudio Jommi, responsabile dell’Osservatorio Farmaci del Cergas Bocconi (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale), a determinare il risultato sono le misure di contenimento dei prezzi dei medicinali adottate dall’Aifa, come “il taglio dei prezzi del 4,4% voluto dall’Aifa a gennaio e passato a luglio al 5%”. Meno immediato, secondo l’esperto, potrà essere l’effetto del decreto Bersani e quindi della possibilità di vendere i farmaci da banco al supermercato, a prezzi scontati. “La quota di mercato di questi medicinali è più piccola, il volume di vendita è più basso – spiega lo specialista – e, quindi, questi farmaci pesano poco sull’indice dei prezzi complessivo. Ritengo comunque – conclude Jommi – che l’effetto del decreto Bersani ci sarà, ma sarà diluito nel tempo”.
Di parere analogo, e anche più netto, Emilio Stefanelli, vicepresidente di Farmindustria: “il decreto Bersani non ha avuto ancora un ruolo cruciale. La flessione registrata dall’Istat è dovuta agli interventi sui prezzi dei farmaci rimborsabili, unitamente al recente taglio dei prezzi di quei prodotti che, secondo le statistiche Aifa, avevano venduto in modo eccessivo nel semestre precedente”. Un pacchetto organico che ha sortito un effetto rilevante, secondo Stefanelli. “Probabilmente favorito anche dalla scadenza, negli ultimi mesi, dei brevetti di diversi farmaci, che quindi hanno adeguato il loro prezzo a quello di riferimento” i cosiddetti genericabili. “Oserei dire – ha aggiunto – che il decreto Bersani non c’entra: è relativo ai farmaci da banco e Sop, che rappresentano insieme una piccola percentuale del mercato. Inoltre il decreto è recente: sono pochi ancora i punti vendita aperti nella Penisola”.
Da “farmacista33.it”
Di parere analogo, e anche più netto, Emilio Stefanelli, vicepresidente di Farmindustria: “il decreto Bersani non ha avuto ancora un ruolo cruciale. La flessione registrata dall’Istat è dovuta agli interventi sui prezzi dei farmaci rimborsabili, unitamente al recente taglio dei prezzi di quei prodotti che, secondo le statistiche Aifa, avevano venduto in modo eccessivo nel semestre precedente”. Un pacchetto organico che ha sortito un effetto rilevante, secondo Stefanelli. “Probabilmente favorito anche dalla scadenza, negli ultimi mesi, dei brevetti di diversi farmaci, che quindi hanno adeguato il loro prezzo a quello di riferimento” i cosiddetti genericabili. “Oserei dire – ha aggiunto – che il decreto Bersani non c’entra: è relativo ai farmaci da banco e Sop, che rappresentano insieme una piccola percentuale del mercato. Inoltre il decreto è recente: sono pochi ancora i punti vendita aperti nella Penisola”.
Da “farmacista33.it”