Biotech ‘volano’ della competitività italiana, soprattutto nel settore farmaceutico. Storicamente in ritardo nel comparto ‘Ricerca’, il Belpaese mostra di aver trovato nelle biotecnologie “il giusto combustibile” per fare un balzo in avanti e recuperare il tempo perduto. Colmando il ‘gap’ che lo stacca dagli altri Paesi, e attirando capitali stranieri. Tanto che, nei prossimi tre anni, gli investimenti esteri in ‘Ricerca & Sviluppo’ a favore dell’industria farmaceutica italiana sono destinati a toccare 1,5 miliardi di euro, ovvero a raddoppiare. Parola di Sergio Dompé, presidente di Farmindustria, che dal Science and Technology in Society Forum, in corso a Kyoto, fa il punto sulla situazione italiana. In Giappone il numero uno di Farmindustria ha sottolineato come, grazie al Biotech, “le aziende del farmaco hanno avuto un nuovo ed efficace strumento per confrontarsi con le grandi sfide ancora aperte contro patologie per le quali oggi non vi è ancora una cura efficace. Il mercato mondiale ne è un indicatore puntuale: nel 2004 i prodotti biofarmaceutici hanno totalizzato un fatturato di 33 miliardi di dollari, con un’aspettativa per i prossimi 10 anni di ben 70 miliardi di dollari”.
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