By James Giannecchini on October 9, 2012
I decreti e i continui ritocchi alla farmaceutica, le leggi speciali di Monti che dovrebbero salvare l’Italia ma che intanto stanno per sempre cambiando il settore farmaceutico italiano, non piacciono a molti, ma tra i dissidenti c’è ora anche un “peso massimo”. “In Italia le norme cambiano troppo in fretta, c’è un clima di provvisorietà e di incertezza che rende impossibile pianificare investimenti anche a medio termine”. Sembra un’analisi che non ha nulla di speciale di questi tempi, ma l’elemento che la contraddistingue è che è stata pronunciata da “Big Pharma”. Nello specifico, erano parole di Pierluigi Antonelli, amministratore delegato di Merck in Italia: parliamo di qualcosa che genera 800 milioni annui di ricavi, con 1700 dipendenti e due stabilimenti su territorio italiano. Sono frasi pesanti quando a pronunciarle sono dei colossi di questo tipo, e Antonelli non si è fermato a quella frase: “Quaranta manovre in dieci anni. Tre di queste negli ultimi sei mesi. E tutte tese ad abbassare la pharmaceutical expense. In questo quadro di regole, in continuo cambiamento, diventa impossibile fare industria in questo Paese”. La minaccia velata è di quelle che fanno gelare il sangue nelle vene. Secondo Antonelli questo clima di eterna rivoluzione, questi cambiamenti continui, stravolgimenti oramai quotidiani delle regole del gioco, rendono difficoltoso il lavoro per le industrie targate Usa: “Diventa sempre più difficile dialogare con le case madri in America, perché l’Italia, oggi, non è più un paese attrattivo per fare nuovi investimenti”. Antonelli non esplicita nessun aut aut, ma è evidente che nell’aria c’è un invito a cambiare le cose altrimenti le industrie Usa dovranno spostarsi dal nostro Paese. Per chi non ne fosse informato gioverà ricordare che l’industria del farmaco americana in Italia vale 5 miliardi di Euro di fatturato, 13 mila lavoratori, per un export di 1,3 miliardi di Euro. Se ci fossero ancora dubbi, si consideri che il totale della produzione complessiva farmaceutica nel nostro Paese si attesta a 25 miliardi di Euro: un quinto è a stelle e strisce. Il paragone con il “peso massimo” della noble art è calzante. Continua Antonelli: “Negli ultimi sei mesi abbiamo già subito due manovre che hanno pesantemente impattato il nostro settore: 1,8 miliardi di euro solo con la Legge 135/2012, c