In Usa scarseggia la fornitura di circa 20 anticancro, alcuni dei quali basilari. Allerta sulle conseguenze a breve termine anche in Europa e Italia. Stanno diventando sempre meno reperibili: bleomicina, cisplatino, citarubicina, daunorubicina liposomiale, doxorubicina, etoposide, leucovorin, mecloretamina, tiotepa e vincristina, che sono nei regimi chemioterapici di leucemie acute, linfomi, tumori del testicolo e nella terapia di tumori della mammella, polmone e colon. Molti di questi non possono essere sostituiti per cui, negli Usa, ai pazienti oncologici dovrà essere somministrato uno schema alternativo con associazioni non ancora sperimentate, a rischio di efficacia e tossicità. Le aziende motivano la scelta con la carenza di materia prima e problemi nei processi di manufacturing, ma potrebbe pesare la scarsa attrattività economica di questi farmaci che costano pochi dollari, rispetto ai 90.000 dei biologici.
(The New York Times online – 06/09/2011, la Repubblica Pag.41 – 12/09/2011)