Il gruppo farmaceutico prevede già la costruzione di uno stabile ancora più elevato entro il 2021.
La torre inaugurata oggi, con la forma triangolare di una vela, è costata 550 milioni di franchi ed è stata progettata dallo studio d’architettura basilese di fama mondiale Herzog & de Meuron. Denominata “Bau 1” (“stabile 1”), conta 41 piani ed entro la prossima primavera vi saranno trasferiti quasi 2’000 dipendenti di Roche attivi nella ricerca, nello sviluppo, nella produzione e nel marketing attualmente distribuiti su vari siti della città sul Reno.
Contrariamente alla Prime Tower, “Bau 1” non sarà accessibile al pubblico, sebbene all’ultimo piano si trovi pure, come a Zurigo, un ristorante. Quest’ultimo è però riservato al personale del gruppo farmaceutico. Già fra sei anni sugli stessi terreni dovrebbe sorgere una torre simile – “Bau 2” – alta 205 metri; è inoltre previsto un nuovo centro di ricerca e sviluppo. Complessivamente Roche intende investire nel suo sito principale circa 3 miliardi di franchi nel giro di un decennio e riunire il numero più elevato possibile dei 9’000 impieghi a Basilea in un solo posto.
Già con la prima torre Basilea ha ottenuto un nuovo emblema visibile da lontano, ma per taluni esso domina troppo fortemente la silhouette della città. Tra i critici più severi vi è l’ex responsabile dell’ufficio delle costruzioni Carl Fingerhuth, che due anni or sono ha definito l’edificio “l’architettura più brutale e irrispettosa” della Svizzera.
La costruzione in assoluto più alta della Confederazione è pure a Basilea Città: si tratta della torre televisiva St. Chrischona, alta quasi 251 metri.
18 SETTEMBRE 2015 – SWI swissinfo.ch
Roche vuole creare centinaia di nuovi impieghi
BERNA – Il direttore generale del gruppo farmaceutico basilese Roche, Severin Schwan, intende aumentare la capacità produttiva dell’azienda in Svizzera e in dichiarazioni alla SonntagsZeitung non esita a parlare di diverse centinaia di nuovi impieghi entro l’anno.
“Sono molto soddisfatto dell’andamento degli affari”, dichiara Schwan, che si mostra fiducioso sulle possibilità di Roche di sviluppare la sua attività. A proposito di una eventuale delocalizzazione all’estero di certi impieghi – a causa soprattutto della forza del franco e del calo delle esportazioni farmaceutiche – Schwan smentisce categoricamente.
Quanto al prezzo dei medicinali, si dice aperto all’idea di un prezzo fissato in futuro in funzione della loro efficacia, ciò potrebbe significare che quanto più a lungo sopravvive un paziente affetto da tumore, tanto più Roche beneficerebbe di un prezzo alto del suo medicinale. Se invece il paziente morisse precocemente, l’azienda non guadagnerebbe nulla.