Non solo i rimborsi ai medici di famiglia che si difendono: "Non è colpa nostra". Al setaccio gli elenchi per verificare prescrizioni anomale. La Regione: "Avevamo segnalato il problema"
Il problema ora è capire se sui "morti viventi" c’è qualcuno che ha prescritto farmaci. Nell’Assessorato alle politiche della salute, dove tutto è partito meno di un anno fa, lo dicono a denti stretti. "Finora non è accaduto di trovare anche solo un caso di medico di famiglia che abbia prescritto farmaci a pazienti deceduti per quanto non cancellati dall’anagrafe sanitaria", assicura il direttore d’area della sanità pugliese, Vincenzo Pomo. È questo il fronte più delicato dell’indagine condotta dalla guardia di finanza per verificare i contorni di un "disservizio" che rischia di sconfinare nella truffa, con annesso danno erariale di cui si sta occupando anche la Corte dei conti.
Il lavoro dei finanzieri intanto ha scoperto che in tre mesi, presi a campione (marzo, novembre e dicembre del 2011) il servizio sanitario regionale ha pagato ai medici di medicina generale 437mila euro non dovuti perché l’assistenza sanitaria di base era garantita a ottomila pazienti deceduti ma mai registrati come decessi. Sono meno di un migliaio i medici di famiglia che operano nella Asl di Bari, la più grande della Puglia, incappati in rimborsi non dovuti che una volta accertati imporranno la restituzione delle somme già percepite.
I medici di base si difendono. Sostengono che la cancellazione dei pazienti dipende da un altro livello dell’amministrazione della sanità pugliese. E in parte la loro difesa coincide con l’analisi che fanno all’assessorato: il medico spesso non sa che il proprio paziente è deceduto e anche quando lo sa, non può cancellarlo da solo. Questo è compito della Asl che a sua volta non ha aggiornato gli elenchi perché s’inceppa il livello di comunicazione con l’anagrafe dei comuni. Il che è quasi paradossale perché il medico può certificare la morte del proprio paziente al Comune ma il Comune non trasmette l’aggiornamento della sua anagrafe alla Asl. Un corto circuito che provoca un inutile giro di denaro pubblico di cui l’assessorato regionale s’era accorto nel marzo di un anno fa quando l’allora assessore Tommaso Fiore sollecita l’area regionale dello sviluppo economico e Innovapuglia, la società in house della Regione, la "realizzazione del previsto allineamento tra anagrafe sanitaria e anagrafi comunali che allo stato non è stato realizzato". "I fenomeni che continuano a emergere grazie alla collaborazione tra Regione Puglia e guardia di finanza – scrive Fiore – confermano l’assoluta necessità e urgenza che tale allineamento si realizzi compiutamente con le tecnologie ormai a disposizione". Fiore le elenca pure nella sua missiva "per individuare percorsi operativi che consentano di realizzare tale obiettivo nel più breve tempo possibile". Da Innovapuglia assicurano che i software necessari per l’allineamento sono stati installati e configurati e che si aspetta l’approvazione da parte del tavolo tecnico tra ministero dell’Interno e Regione.