Novartis: avrebbe collaborato con Cohen più di quanto dica
Novartis ha collaborato più di quanto finora ammesso con l’avvocato Michael Cohen, il legale personale del presidente Donald Trump finito nella bufera per attività di lobbying che potrebbero essere illegali.
Ne è convinto un gruppo di senatori americani che ha indagato sulla vicenda e che ha pubblicato il suo rapporto su internet.
Come noto, all’inizio di maggio il gruppo farmaceutico renano ha ammesso di aver sottoscritto nel febbraio 2017 un contratto da 1,2 milioni di
Secondo i critici la manovra aveva in realtà quale scopo accedere alla nuova amministrazione Trump. A rivelare i pagamenti del gigante dei farmaci a Cohen era stato l’avvocato di Stormy Daniels, la pornostar che sostiene di aver avuto un incontro sessuale con Trump nel 2006 e che ha ricevuto 130’000 dollari dalla Essential Consultants.
Novartis ha sostenuto che dopo la firma dell’intesa con Cohen, il primo marzo 2017, e dopo un unico incontro la società è arrivata alla conclusione che il legale non potesse fornire i servizi previsti.
Stando ai documenti consultati dai senatori Usa, Cohen e l’allora CEO Joe Jimenez hanno invece comunicato fra loro più volte, attraverso posta elettronica e almeno quattro telefonate. I senatori sono quindi convinti che Novartis abbia ingaggiato l’avvocato di Trump per avere accesso a politici in ruoli chiave.
Novartis ha nel frattempo preso posizione confermando che l’impresa ha rinunciato ai servizi di Cohen dopo un unico incontro.