I produttori di equivalenti denunciano gli effetti che burocrazia e ritardi nei pagamenti stanno causando al settore. “Ma è anche necessario poter compensare i pagamenti del pay-back con i crediti nei confronti delle Regioni” afferma il presidente dell’associazione Enrique Häusermann.
02 AUG – “Oggi i principali ostacoli che si trovano ad affrontare le industrie italiane del farmaco equivalente sono l’eccesso di burocrazia e la lentezza nei pagamenti che la pubblica amministrazione continua a esibire, che ci penalizzano sul mercato interno e nell’esportazione, soprattutto a fronte del fatto che oggi il nostro paese ha un intero settore manifatturiero che produce sia i generici sia i prodotti a marchio. In oltre un decennio, le aziende associate ad AssoGenerici hanno investito, creando occupazione in Italia e garantendo allo Stato risparmi concreti e misurabili” dice il presidente Enrique Häusermann a commento delle recenti dichiarazioni di diversi esponenti dell’industria italiana.
“Nella situazione di crisi attuale è difficile per tutti mantenere i bilanci in positivo salvaguardando i livelli occupazionali, a maggior ragione lo è per chi, come i produttori di equivalenti italiani, pur operando in un settore tecnologicamente avanzato, ha una marginalità ridotta e una pressione fiscale tra le più alte in Europa”. Peraltro al quadro si aggiungono l’obbligo del pay-back, in caso di superamento del tetto di spesa programmato, e quello dell’1,83%” prosegue Häusermann. “Non credo che siano necessarie grandi riforme per dare stabilità al nostro settore. Occorre innanzitutto porre rimedio eliminando la stortura dell’1,83% a carico delle aziende farmaceutiche e, al contempo, riequilibrando in maniera drastica la Legge 222/2007 sul pay-back in caso di sfondamento, perché il rischio è che a pagare siano proprio le aziende che generano risparmio, cioè i produttori di generici. Intanto il Governo potrebbe subito dare un po’ di sollievo alle aziende: per esempio, basterebbe permettere la compensazione tra i pagamenti dovuti alle Regioni e i crediti che le aziende vantano nei loro confronti. Mi sembra che questa misura potrebbe essere realizzata in breve tempo e sarebbe assolutamente in linea con l’attuale politica del fare”.
02 agosto 2013