Patient associations, how much money from Big Pharma?
Fedaisf editorial staff
La nuova onda di transparency da parte delle industrie farmaceutiche, che hanno deciso a livello europeo di pubblicare i dati dei contributi versati ogni anni a medici e organizzazioni sanitarie varie, sta creando una situazione quasi paradossale. Mentre infatti ciascuna azienda rende disponibili sul suo sito gli importi versati con tutti i nomi di chi li riceve, chi incassa è ancora piuttosto vago riguardo a quei contributi. A colpire non sono i medici, che a quanto sembra prendono pochi soldi per partecipare a congressi e fare studi (da mille a 3-4mila euro) quanto le loro società scientifiche (pure quelle che non spiccano per attività di ricerca), chi organizza congressi e fa formazione e associazioni di malati. Mi vorrei concentrare su quest’ultima categoria. Perché prendono tutti quei soldi dall’industria? E perché sui siti delle realtà associative più importanti è pressoché impossibile trovare il bilancio dell’anno precedente e impensabile avere il nome delle varie industrie che versano i contributi? Altra cosa difficile da capire è quanti sono i soci delle varie associazioni.
Visto che le aziende farmaceutiche sono tantissime, è pressoché impossibile ricostuire quanto prendono le varie realtà associative. A che servono quei soldi? Intanto è chiaro che chi produce un farmaco per una certa malattia versa denaro per incontri, congressi e studi alle associazioni di pazienti che hanno quella patologia, magari per sconfiggere la concorrenza. Ma certe volte le cifre sono altissime. Non è difficile scorgere in tutto questo flusso di denaro un tentativo di portare dalla propria parte realtà che quando vanno a bussare alle porte della politica, proprio perché “rappresentano i malati” sono particolarmente ascoltate.
Come dicevo, a finanziare sono in tanti ed è difficile ricostruire un quadro di chi è finanziato. Nel mio piccolo pubblicherò via via i link alle pagine internet riferite agli stanziamenti di singole, grandi case farmaceutiche. Inizio da Pfizer facendo notare come siano molte le associazioni legate all’emofilia che ricevono denaro, ma in quantità piuttosto basse, e come una realtà come Federanziani (tra quelle che raccolgono più contributi) in un anno prende oltre 100mila euro per due congressi da una sola azienda farmaceutica.