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Bacterial apocalypse on the horizon?

La ricerca sugli antibiotici è relativamente poco proficua per le industrie farmaceutiche, al punto che tra il 2008 e il 2012 solo un nuovo antibiotico è stato approvato dalla Fda. Il fattore Cina e l’allevamento di suini.

Uno staff di ricercatori in Cina ha fatto una scoperta inquietante: un gene nei batteri di E.coli che programma il batterio in modo da renderlo resistente alla colistina, antibiotico comunemente usato come ultima risorsa contro le infezioni più difficili da curare. Cosa ancora peggiore, il gene, trovato su un maiale, si trova nel plasmide dei batterio e non nel suo genoma, il che lo rende più contagioso.

La comparsa di un batterio resistente alla multi terapia ha subito dato vita a scenari apocalittici dove un ‘super virus’ resistente agli antibiotici divora il mondo con una seconda peste nera. Da anni non scoppiano crisi sanitarie di grande portata, ma ora pare sia giunto il momento di iniziare a preoccuparsi. «Quasi peggio della notizia peggiore che abbia mai ricevuto», ha commentato Lance Price, professore presso l’Istituto di di sanità pubblica Milken.

Esistono molti antibiotici di resistenza di ultima linea e una proliferazione del gene che è stato recentemente scoperto non implica necessariamente che i dottori saranno del tutto senza munizioni, ma la salute pubblica si troverebbe in pericolo: «gli antibiotici ‘ultima risorsa’ — le cure usate quando i batteri si sono dimostrati resistenti a qualsiasi altra cosa — spesso sono costosi, hanno degli effetti collaterali estremamente forti e non tutti sono compatibili con ogni paziente.

Un rapporto del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) del settembre 2013, stima che i decessi causati ogni anno dalle infezioni antibiotico-resistenti in America siano 23.000, e quantifica il costo sociale delle infezioni in 35 miliardi di dollari. E questo è solo l’inizio.

APOCALISSE IMMINENTE?

Predire l’esatta velocità alla quale i ceppi antibiotico resistenti si svilupperanno e quanto velocemente saranno scoperti nuovi antibiotici è praticamente impossibile, ma il peggiore degli scenari ci fornisce un utile punto di riferimento.

Un rapporto del 2014 commissionato dal primo ministro del Regno Unito David Cameron, ha stimato che, se la resistenza agli antibiotici raggiungerà il 100 per cento in 15 anni, le infezioni potrebbero diventare più letali del cancro e uccidere ogni anno 10 milioni di persone in più in tutto il mondo; inoltre, attorno al 2050 il costo per l’economia mondiale sarerbbe di 100 trilioni di dollari. L’ipotesi che la resistenza antibiotica possa raggiungere il 100 per cento non è del tutto infondata: il numero di antibiotici approvati per uso clinico sono scesi da 113 nel 2000 a 96 nel 2014, e gli antibiotici in commercio vengono ritirati a un tasso doppio rispetto a quello cui se ne introducono nuovi.

Nel frattempo, nuovi super virus sono all’orizzonte. Lo stafilococco Aureo resistente alla meticillina (Mrsa) — un ceppo di infezione da stafilococco spesso trasmesso nelle strutture sanitarie — è già un killer ben conosciuto e presto potrebbe essere raggiunto dall’E. coli St13, già molto vicino a diventare resistente a tutti gli antibiotici usati per curare le infezioni del tratto urinario.

«Purtroppo, credo che la paura e l’allarme riguardo lo stato dello sviluppo degli antibiotici e la resistenza antibiotica siano del tutto giustificati», ha dichiarato Gautam Dantas, professore associato di Patologia e Immunologia presso Washington university school of medicine di St. Louise. «La mia paura fondata su questo problema è 9 su una scala di 10, in particolare se lo stato delle cose non cambierà».

LA TRAGEDIA DEI BENI COMUNI

La struttura della legge per i brevetti farmaceutici negli Stati Uniti, insieme al modo in cui sono più usati, crea dei forti ostacoli agli investimenti in nuovi farmaci: i brevetti farmaceutici durano 20 anni, ma gli studi clinici spesso durano più di dieci, e attualmente gli antibiotici sono razionati per paura che l’eccesivo uso produca una resistenza prematura. Questo rende la ricerca sugli antibiotici relativamente poco proficua per le industrie farmaceutiche, al punto che tra il 2008 e il 2012 solo un nuovo antibiotico è stato approvato dalla Fda [Food and Drug Administration: l’organo responsabile per l’autorizzazione alla commercializzazione di nuovi farmaci negli Stati Uniti], rispetto ai 16 approvati tra il 1983 e il 1987.

Al fallimento del mercato degli antibiotici non è stato nemmeno posto rimedio dal governo, e gli sforzi per tenere sotto controllo la resistenza ai farmaci si è affidata al limitare l’uso eccessivo di antibiotici.
A marzo il presidente Obama ha emesso un’ordinanza per affrontare la resistenza antibiotica, che prevede un forte impegno nel ridurre l’uso eccessivo di antibiotici. Ma non è stato annunciato nessun nuovo finanziamento per la ricerca, provvedimento che avrebbe richiesto la cooperazione del Congresso.

Una limitazione dell’uso degli antibiotici allo strettissimo necessario, rallenterebbe il ritmo a cui cresce il ceppo farmaco-resistente e anche solo il tempo potrebbe fare la differenza. Il rapporto del 2014 del Regno Unito, dice infatti che un ritardo di 10 anni nel raggiungimento del 100 per cento della resistenza antibiotica potrebbe far risparmiare in tutto il mondo 65 trilioni di dollari entro il 2050.

«Sono state fatte delle pressioni sulle società [private, ed] per annunciare un programma volontario di conservazione degli antibiotici. Molti come Walmart, McDonalds, Chick-fil-A e Chipotle stanno già facendo agendo», commneta Kevin Outterson, esperto di diritto sanitario presso l’Università di Boston.

Se i super virus devono essere fermati, devono essere fermati ovunque; quindi, per effettivamente rallentare i super virus, c’è bisogno di un impegno globale. Diversamente dalle mitiche pandemie come l’influenza o l’ebola dove i sintomi erano molto visibili, i ceppi di infezioni virulente sono spesso asintomatiche, rendendo impossibili quarantena o isolamento dei malati. «Il vostro intestino può essere perfettamente in salute, ma potreste trasmette [il super virus, ed] da una persona a un’altra», ha affermato Price. «Può arrivare sugli aeroplani, viaggiare per il mondo, poi infettare quella parte della popolazione che è più vulnerabile: i malati di cancro, gli anziani e i bambini».

IL FATTORE CINA

Nel breve termine, il migliore degli scenari si verificherebbe se la Cina — dove l’uso degli antibiotici nella sua enorme industria suina la rende il probabile epicentro del prossimo super virus — introducesse standard più rigorosi sull’utilizzo degli antibiotici. Idealmente, le norme potrebbero essere rigorose come quelle della Danimarca e della Svezia, che hanno portato a delle epidemie più basse di Mrsa (un ceppo aveva una frequenza di 1,6 per cento in Svezia contro il 16,9 per cento della Francia).

Queste preoccupazioni sono condivise anche dalla stessa opinione pubblica cinese: uno sbalorditivo 83 per cento ritiene che gli agricoltori dovrebbero usare meno antibiotici. La proporzione più alta tra le 12 nazioni dove di recente è stato condotto il sondaggio dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Qiundi, un grande punto interrogativo nella reazione alla crisi è l’eventualità che la Cina prenda provvedimenti rigorosi. «Molti attori internazionali sperano in una forte leadership della Cina su questo tema, sia a livello nazionale che nel G20», ha detto Outterson.
Ma data la scarsa efficienza del settore sanitario in Cina — vedi la copertura dell’iniziale epidemia di Sars, i sistemi di vendita del sangue appoggiati dal governo che hanno condotto a un’epidemia di massa di Aids, il traffico di organi prelevati con la forza e per profitto dai prigionieri di coscienza negli ospedali militari — la prognosi potrebbe non essere delle migliori.

COME RIDURRE IL DILAGARE DELLA RESISTENZA ANTIBIOTICA

  • Tenere una buona igiene, lavandosi spesso le mani con acqua e sapone — non con prodotti antibatterici — aiuta a evitare le malattie e quindi il bisogno di assumere antibiotici.
  • Non utilizzare gli antibiotici per curare le infezioni virali, come l’influenza, il comune raffreddore, la sinusite o il mal di gola.
  • Usare gli antibiotici solo quando prescritti dal medico.
  • Quando vengono prescritti degli antibiotici, assumere la dose completa anche se ci si sente meglio.
  • Non condividere gli antibiotici con gli altri né usare vecchie ricette.

jonathan Zhou , Epoch Times | 12/12/2015 ultimo aggiornamento 13:03 12/12/2015

Articolo in inglese: ‘Germ-Pocalypse on the Horizon?

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