Prepensionamenti, ricollocamento in altre linee ma anche passaggio alla Innovex
SACRIFICI SÌ, ma in cambio del posto. È stato raggiunto nella notte di mercoledì in tempi record l’accordo fra Roche e sindacati sui 217 "colletti bianchi" monzesi in esubero, nessuno sarà licenziato. Ma la ristrutturazione europea del colosso famaceutico lascia il segno anche in Brianza. La crisi ha coinvolto 194 divulgatori scientifici dei prodotti made in Svizzera, addetti della linea Primary Care che si rivolge ai medici di famiglia, e 23 interni, legati al pacchetto di medicinali per la cura dell’Hiv.
IL PIANO DI SALVATAGGIO prevede il prepensionamento accompagnato da mobilità (da un minimo di 1 anno a un massimo di 3 in base all’età), per chi è in odore di "scalino" (i 23 interni sono tutti in questa tranche) e 91 ricollocazioni su altre linee Roche. Questa fetta andrà a potenziare prodotti che hanno possibilità di sviluppo che per una parte degli informatori significa il ritocco delle aree geografiche di competenza. Precisamente: 35 dei 91 da riciclare finiranno a Bonviva, altra linea Roche, cinque volontari diventeranno liberi professionasti e i restanti 51 si occuperanno di farmaci destinati a fare faville nel breve e medio periodo, ma sempre alle dipendenze della casa-madre. Il numero dei traslochi interni potrebbe addirittura crescere. Secondo l’accordo infatti, gli 81 lavoratori che mancanno all’appello saranno esternalizzati in Innovex, la società americana che ha sede a Cassina de’ Pecchi, pronta ad assumerli a tempo indeterminato. Per cinque anni ai divulgatori sarà garantito il mantenimento della posizione di carriera e il livello salariale, come è specificato da una clausola ad hoc del patto. Il passaggio diretto avverrà senza periodo di prova. Il loro numero è variabile, ma non potrà scendere sotto 54, anche se i sindacati non fanno mistero di lavorare per tenerne il più possibile alle dipendenze della major svizzera.
IL "CASO ROCHE", che purtoppo non è il solo a riguardare il territorio, – anche l’Astrazeneca che ha una sede a Caponago, ha già esternalizzato 330 informatori in Italia (50 a Basiglio, ma fra loro ci sono parecchi brianzoli) – anticipa una tendenza che nel 2008 porterà al taglio di migliaia di teste. Si calcola che le grandi case farmaceutiche alle prese con bilanci difficili, ne cederanno 5 mila in Provincia di Milano. E sul territorio non mancheranno le ricadute. La contrazione della spesa farmaceutica, il proliferare dei generici hanno contribuito alla crisi dei grandi brand. Le istituzioni hanno già manifestato preoccupazione per le ripercussioni sulla salute dei pazienti.L’accordo Roche è stato preceduto da una pesante mobilitazione, sfociata in un presidio davanti alla sede di Assolombarda. «Abbiamo salvato il salvabile – spiega Maurizio Paltan della Filcem Cgil – in condizioni del genere, questo è il miglior accordo possibile». Di BARBARA CALDEROLA ll Giorno del 14/12/2007 ed. BRIANZA MONZA p. IV