«I dati della produzione industriale di ottobre lo confermano: la farmaceutica continua a trainare la crescita del Paese: a fronte di un aumento globale dell’1,3% annuo, la farmaceutica ha fatto segnare una crescita del 6,3% rispetto all’ottobre dello scorso anno, un valore superato soltanto dal comporto energia». Sono le parole con cui il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha commentato oggi gli ultimi dati dell’Istat nel suo intervento al convegno “Inventing for Life – Leading Innovation Fostering Ethics”, organizzato a Roma per celebrare i 125 anni dalla nascita dell’azienda farmaceutica Msd. L’industria farmaceutica, ha ricordato Scaccabarozzi, rappresenta un’eccellenza del Made in Italy: quasi 200 le aziende, 63.500 gli addetti, 6.100 i ricercatori, 2,6 i milioni di investimenti l’anno scorso, 30 i miliardi di produzione, il 73% del quale destinato all’estero, mentre 1,4 i miliardi investiti in Ricerca e Sviluppo. «Quando parliamo di ricerca nel settore, non parliamo più di molecole come l’aspirina ma di terapie avanzate, che ormai rappresentano il 25% dei farmaci in sviluppo, come quelle geniche, anticorpi monoclonali, emoderivati, biotech, immunoterapici».
In tale contesto, il contributo che arriva da Msd è cospicuo. A livello mondiale, infatti, l’azienda investe ogni anno in ricerca sette miliardi di dollari: «Siamo orgogliosi di una storia di successo nella prevenzione e nell’innovazione» ha affermato il presidente di Msd Italia, Nicoletta Luppi «e siamo determinati a ricercare, oltre all’innovazione farmacologica, collaborazioni per generare valore per la sanità pubblica». «I sorprendenti progressi scientifici di oggi sono di buon auspicio per i trattamenti di domani» ha aggiunto Julie Gerbending, executive vice president di Msd «ma solo se si continua a investire in ricerca biofarmaceutica. Msd lo ha sempre fatto e continuerà a farlo in futuro, ponendo l’accento sull’importanza del capitolo brevetti».
Ricerca e innovazione, però, possono attecchire soltanto dove al farmaco viene riconosciuto un valore che va al di là del suo mero costo. E infatti per Paolo Bonaretti, coordinatore del Tavolo per la farmaceutica al ministero dello Sviluppo economico, non è corretto considerare spesa corrente quella per i farmaci, mentre sarebbe più giusto definirla un investimento. Il costo dei farmaci per l’eradicazione dell’epatite C, oggi altissimo, è inferiore ai risparmi che avremo nei prossimi anni. Fabio Pammolli, presidente della Fondazione Cerm, ha ricordato dal canto suo che in Italia sono stati introdotti sistemi efficienti di controllo dell’efficacia dei farmaci, quindi le leve per una oculata governance dell’innovazione ci sono. Il neodirettore generale dell’Aifa, Mario Melazzini, infine, ha ricordato che è sempre più necessario misurare l’investimento in sanità e innovazione in rapporto ai risparmi che possono essere ottenuti.
(SN – 14/12/2016 – Federfarma)
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