AIFA. Payback – How much the 2021 direct purchase shelf cost to pharmaceutical companies

L’Agenzia del Farmaco riferisce di avere effettuato una ricognizione dei versamenti effettuati dalle aziende farmaceutiche in data 18 gennaio 2023, sulla base delle informazioni di pagamento ricevute, riguardo il ripiano della spesa farmaceutica per gli acquisti diretti relativi all’anno 2021.

Su un totale di 166 Società (codici SIS) destinatarie di oneri di ripiano (PAYBACK)    è emerso che, all’ammontare complessivo richiesto per l’anno 2021 di € 1.034.700.000 (1,034 mld), le società hanno versato un importo complessivo di 992.116.000 €, il 96% degli oneri richiesti.

Da elenco dei versamenti allegato si evince che gli importi versati vanno dai 108 mln di Novartis fino ai 2.900 € di IBO, ma naturalmente l’Agenzia provvederà ad aggiornare l’elenco a mano a mano che i ritardatari si aggiungeranno.

Con delibera n.36 del 28 luglio scorso, AIFA aveva preso atto che la spesa per acquisti diretti dell’anno 2021 (€ 12,275 mld) aveva sforato il tetto programmato con un disavanzo di 2,069 mld (pari al 7,85%). Concluso il contraddittorio con le aziende aveva disposto con determina apposita il recupero delle singole quote di ripiano ripartita per ciascuna regione e provincia autonoma.

. Comunicato AIFA – 18 gennaio

. Riepilogo dei pagamenti a titolo di Ripiano della spesa farmaceutica acquisti diretti anno 2021 – Aggiornamento al 18 gennaio 2023 [0.56 Mb] [PDF] >


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Il governo della spesa farmaceutica nazionale si avvale essenzialmente di quattro strumenti:

I budget aziendali della spesa farmaceutica per acquisti diretti sono attribuiti da AIFA sulla base della spesa e del consumo di ogni farmaco di fascia A e H rilevati nel tracciamento del flusso.

I budget aziendali della spesa farmaceutica convenzionata sono calcolati sulla base della spesa e del consumo relativo ad ogni medicinale di fascia A, rilevati nell’ambito del flusso OsMed per ogni singola azienda farmaceutica.

I procedimenti di ripiano della spesa sono avviati da AIFA in applicazione della Legge, in presenza dello sfondamento del tetto della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera registrata a livello nazionale.

Nell’ambito del sottofinanziamento sistematico della spesa farmaceutica, il payback è divenuto a tutti gli effetti un metodo di finanziamento della stessa. Introdotto nel 2008 per arginare l’aumento della spesa pubblica, produce effetti distorsivi e limitativi della capacità delle imprese che fanno ricerca e innovazione, in quanto generano non solo costi aggiuntivi ma anche una forte imprevedibilità.

Ovvio che, in epoca di grandi difficoltà dei bilanci delle regioni, reclamarne la incongruenza possa apparire una sorta di diserzione, ma da molto tempo in realtà si invocano misure più chiare e strutturali per affrontare il problema del sottofinanziamento dei fondi sanitari delle regioni.

Oggi il 50% del ripiano va alle aziende, il restante 50% va alle regioni sulla base delle percentuali di sforamento del budget assegnato, ma in parte grava anche su farmacisti e grossisti. Lo sforamento dei budget quindi coinvolge in qualche modo tutta la filiera del farmaco.

Ma per un’azienda farmaceutica che ha sforato il tetto assegnato significa davvero avere venduto troppo? In un sistema nel quale chi prescrive il farmaco non è lo stesso soggetto che ne beneficia e neanche colui che lo paga, questo appare davvero anacronistico.

Ricordiamo che i tetti della spesa diretta vengono sistematicamente sforati anche per un’altra chiarissima ragione: sono passati al canale diretto farmaci che un tempo gravavano sulla farmaceutica convenzionata. Il canale diretto beneficia nella stragrande maggioranza dei casi di gare con criterio di aggiudicazione al prezzo più basso (minimo il 50%) rispetto ad un prezzo concordato con AIFA che è tra i più bassi d’Europa.

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