Giorgio Palù si dimette dalla presidenza di Aifa: “Rinnovo di un anno offensivo. Da Schillaci totale assenza di ascolto”
“Vi comunico, dopo un’attenta meditazione, che la mancata sintonia col ministro e l’assenza di risposte dal Governo mi costringono a dare le dimissioni da presidente nominato di Aifa ‘hic et immediate”: con questo
The decree che formalizza la sua appointment, firmato da Schillaci il 9 febbraio 2024, prevedeva un incarico della durata di un anno da svolgere a titolo gratuito. Ed è proprio questa formulazione che ha amareggiato Palù, in particolare la breve durata del mandato: “Trovo offensivo e umiliante nei confronti della mia persona e del mio profilo scientifico professionale il contenuto del Decreto”, spiega. “In particolare la durata di un anno del mandato”.
Secondo Palù si tratta di una scelta “quantomeno equivoca sul piano giuridico“. “Ne sia prova il fatto che il mio primo incarico a presidente (ero già in pensione) è avvenuto con mandato quinquennale da parte del precedente ministro della Salute”, cioè Robert Hope durante il Governo Conte II. “L’interpretazione restrittiva della norma da parte del ministro attuale viene adottata esclusivamente nei miei confronti in netto contrasto con i decreti di nomina appena assunti dallo stesso ministro per pensionati ultrasettantenni chiamati a dirigere l’Iss (Istituto superiore di sanità) o a partecipare come consulenti nella Cse (Commissione unica scientifico-economica, ndr) di Aifa”, fa notare.
“La non retribuzione dell’incarico non mi preoccupa di certo. Considerandomi al servizio della res publica, ho infatti già svolto per tre anni le funzioni di presidente di Aifa senza ricevere alcun compenso né gettone di presenza, rifiutando anche di essere titolare di carta di credito dell’ente”, chiarisce. E specifica: “Mi sorprende invece la disparità di trattamento rispetto ad altri presidenti di ente pubblico in pensione, beneficiari, contestualmente alla nomina, della legge numero 14 del 24 gennaio 1978. Legge che nel mio caso, ancora una volta, non trova applicazione”.
Quotidiano Sanità riporta la replica di Schillaci: “Confuso il mio silenzio con la chiara non accoglienza di richieste non in linea col progetto di riforma”
“Tuttavia – ha precisato – accolgo di buon grado il suggerimento di nominare un successore con un mandato temporale e professionale più ampio, in grado di aggiungere a una forte e qualificata rappresentanza di AIFA in seno alle commissioni Europee, all’informatizzazione dei dati farmaco-economici, gli studi clinici e la RWE per stimare il valore delle cure, la comunicazione scientifica, il coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della CSE, la promozione della ricerca biomedico-farmaceutica anche la capacità di lavorare in squadra per il bene del Paese”.