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Paolo Pelini: L’Eugenolo e i rischi di tossicità per il Cane e il Gatto

TOSSICOLOGIA VETERINARIA: Eugenolo e il rischio di tossicità per il cane e per il gatto nell’ingerire spezie e piante che lo contengano.

L’eugenolo è un membro della classe degli fenilpropeni. Si presenta come un liquido oleoso, quasi incolore o giallo chiaro, che viene estratto da alcuni oli essenziali, in particolare dall’olio di chiodi di garofano e dalla cannella oltre che dalle foglie di alloro. È poco solubile in acqua.

Questa sostanza, come detto presente in varie spezie che utilizziamo normalmente in cucina, può essere molto pericolosa per i nostri amici a quattrozampe come i cani o i gatti.

Infatti se ingerito o inalato (in alte dosi) può provocare:

  • Vomito e diarrea
  • Debolezza
  • Tremori
  • Convulsioni
  • Difficoltà respiratorie
  • Coma o morte in casi gravi

Ciò è dovuto alla via metabolica del cane o del gatto che interessa  Il citocromo P450 che è un gruppo di enzimi che svolgono un ruolo fondamentale nel metabolismo di composti xenobiotici, come farmaci, tossine e sostanze chimiche naturali come l’eugenolo. In particolare, i principali isoenzimi del citocromo P450 che sono  coinvolti nella metabolizzazione dell’eugenolo nel cane sono: CYP2E1 and the CYP3A2.

Quando l’eugenolo viene metabolizzato dai citocromi P450 ( CYP2E1 and the CYP3A2) , può formare metaboliti reattivi che potrebbero danneggiare direttamente le cellule, i tessuti e gli organi, in particolare il fegato provocando insufficienza epatica, vomito, diarrea, tremori, convulsioni e, nei casi gravi, insufficienza multiorgano.

La dose DL- 50 che pare basti a provocare danni è intorno ai 5-10 ml/Kg

Ma ovviamente questo dipende da vari fattori come la razza, la taglia dell’animale cane o gatto e altre predisposizioni.

E’ assolutamente sconsigliato far magiare al cane o al gatto spezie conteneti tale sostanza e ovviamente in caso di ingestione accidentale rivolgersi immediatamente al proprio Medico Veterinario.

Paul Pellini

Profession Erbochimico / Naturopata Veterinario

Ricerca  Farmacognostica, Citotossicologica e Tossicologia in Silico  su Estratti Vegetali di Piante Officinali e Molecole Naturali

Rome Italy

Phone: 351/0461450

E-mail: paolo.pelini@gmail.com

http://www.paolopelinierbochimico.it

CV: https://dmhomes.academia.edu/PaoloPelini/CurriculumVitae


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Per approfondire dalla Redazione Fedaiisf

N.d.R. Citocromo P450:

Il nome citocromo P450 (CYP) deriva dalle caratteristiche spettrali di questa superfamiglia di enzimi, che nella loro forma ridotta e coniugata con il monossido di carbonio, presentano un massimo di assorbimento alla lunghezza d’onda di 450 nm, anziché a 420 nm come avviene per tutte le altre emoproteine. 

Il citocromo P450 contiene il gruppo prostetico dell’eme da cui dipendono le reazioni di ossido-riduzione. Alcune isoforme del citocromo P450 (CYP), coi suoi numerosi enzimi, svolgono un ruolo centrale nel metabolismo dei farmaci. Importante è il fatto che la presenza di polimorfismi può variare notevolmente l’attività enzimatica, dando origine a fenotipi con capacità metabolica differente. Negli animali il sistema citocromo P450 è particolarmente abbondante a livello epatico, dove fino ad oggi, sono state identificate più di 200 isoforme diverse. Per le varie isoforme di P450 viene utilizzata una nomenclatura basata sull’omologia della sequenza amminoacidica. Questo tipo di classificazione permette di identificare in maniera univoca un isoenzima, ma non dà alcuna informazione sulle proprietà catalitiche.

Isoenzimi i CYP 1A2, 2A6, 2C9, 2D6, 2E1 e 3A4 sono le isoforme maggiormente responsabili del metabolismo epatico dei farmaci e degli xenobiotici. Senza questi enzimi il nostro organismo non è in grado di metabolizzare né le sostanze endogene, né le sostanze esogene.

Un potente inibitore è il SUCCO DI POMPELMO. L’inibizione determina un aumento di attività di anticoagulanti orali, teofillinici, ciclosporina, propanololo, chinidina, nonché degli stessi induttori e inibitori.

I farmaci che inibiscono la sintesi enzimatica (inibitori enzimatici), prolungano la durata di azione dei farmaci interagenti e perciò la loro attività e tossicità. L’inibizione si instaura rapidamente, non appena il farmaco inibitore abbia raggiunto una sufficiente concentrazione epatica, meno di 7 giorni. Sono inibitori enzimatici: SULFAMIDICI, ISONIAZIDE, CLORAMFENICOLO, MACROLIDI E FLUORCHINOLONI, ANTIMICOTICI, AMIODARONE, DILTIAZEM, CHINIDINA, VERAPAMIL, ANTIMAO E SSRI, CIMETIDINA E OMEPRAZOLO, ANDROGENI, ALLOPURINOLO, DISULFIRAM e ALCUNI ANTISTAMINICI (astemizolo, terfenadina). Alcuni farmaci hanno una funzione inibitrice forte sul CYP3A come per esempio la claritromicina e l’itraconazolo, altri farmaci sono inibitori moderati come il fluconazolo facendo così aumentare le concentrazioni plasmatiche di altri farmaci che vengono inattivati attraverso il CYP3A. Possono quindi aumentare le concentrazioni plasmatiche di alcuni farmaci che diventano così potenzialmente tossici.

Invece gli induttori come ad esempio la rifampicina e la carbamazepina riducono le concentrazioni plasmatiche di altri farmaci i quali vengono inattivati dal CYP3A rendendoli così inefficaci.

The CYP3A4/5 rappresenta circa il 30% dei citocromi espressi nel fegato ed è responsabile del metabolismo di circa il 50% dei farmaci attualmente in uso

I farmaci che stimolano la sintesi degli enzimi P450 (induttori enzimatici), aumentando quindi la velocità di biotrasformazione di altri farmaci, riducendone l’attività. L’induzione enzimatica non si manifesta immediatamente, ma richiede un periodo di 8-10 giorni per determinare il suo effetto. Analogo tempo è necessario perché l’induzione scompaia dopo la sospensione del farmaco induttore. Sono induttori enzimatici: gli ANTICONVULSIVANTI CLASSICI, i GLICOCORTICOIDI, le RIFAMICINE, il FUMO DI TABACCO, l’ALCOOL E l’ACETONE. L’induzione determina una riduzione più o meno marcata degli effetti di: anticoagulanti orali, contraccettivi orali, aloperidolo, teofillinici. E’ possibile superare l’induzione aumentando la dose del farmaco che subisce l’interazione: ciò però richiede un attento monitoraggio dei suoi effetti tossici alla sospensione del farmaco inducente.

Un enzima-chiave del sistema MEOS (microsomal ethanol oxidizing system) coinvolto nella metabolizzazione dell’alcol e di numerosi farmaci è rappresentato dal citocromo P450-2E1 (CYP2E1), che svolge un ruolo chiave nello sviluppo della tolleranza metabolica all’etanolo ed è coinvolto nel metabolismo di numerosi farmaci. In acuto la contemporanea somministrazione di alcol e farmaci metabolizzati dal CYP2E1 determina inibizione del metabolismo ed allungamento dell’emivita dei farmaci, con prolungamento della durata d’azione e potenziamento del loro effetto.

 

Redazione Fedaiisf

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