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Inchiesta “Investigate Europe”: i negoziati segreti imposti in Europa da Big Pharma

“Dove abiti non dovrebbe determinare se vivi o muori”, sono le parole di un anno fa della Commissaria UE per la salute Stella Kyriakides.

Riportiamo un estratto di quanto pubblicato da “Investigate Europe” a cui rimandiamo per la lettura integrale


La borsa o la vita: i negoziati segreti imposti in Europa da Big Pharma

Accordi confidenziali, sconti segreti e il potere di Big Pharma. Investigate Europe esamina e svela il sistema nascosto dei prezzi dei farmaci nel continente.

Investigate Europe – 17 giugno 2024

In Europa e altrove non è dato sapere il prezzo reale di un farmaco. In cambio della riservatezza, le strutture sanitarie godono di uno sconto sull’acquisto del farmaco da parte dell’azienda farmaceutica. In questo modo, “le aziende pensano di poter negoziare accordi migliori paese per paese, e gli Stati di poter negoziare accordi più forti. In particolare quei paesi che hanno una maggiore potenza economica”

Una delle ragioni addotte dalle case farmaceutiche per mantenere il sistema segreto dei prezzi è che permette di fare prezzi differenziati nei vari paesi europei, facendo pagare un prezzo minore ai paesi meno ricchi.

L’inchiesta di Investigate Europe mostra un quadro diverso, dove in alcuni casi le nazioni ricche pagano in genere meno di quelle dell’Europa centrale e orientale.

Partendo dai registri aziendali e dai dati sanitari e di bilancio delle autorità nazionali, IE ha elaborato una stima dei prezzi di alcuni farmaci.

 Paesi stringono accordi segreti nella speranza di contenere i costi, ma i prezzi dei farmaci innovativi sono aumentati ovunque. “I farmaci costosi sono una sfida crescente per i bilanci nazionali e per i singoli pazienti. I nuovi farmaci hanno un prezzo sempre più alto” si legge in un report della Commissione europea.

E intanto i profitti delle aziende farmaceutiche crescono. Ricercatori statunitensi hanno confrontato i profitti annuali di 35 grandi aziende farmaceutiche con quelli di 357 aziende di altri settori dell’indice borsistico S&P 500. Per il periodo 2000-2018, il margine di profitto lordo mediano dei gruppi farmaceutici era del 76,5%, mentre negli altri settori era del 37,4%.

Così, quando nel 2019 gli Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno adottato una resolution proposta dall’Italia per migliorare la trasparenza sui prezzi dei farmaci, la Germania e il Regno Unito, sostenuti da Stati Uniti, Giappone, Svizzera, Danimarca e Svezia – tutti Paesi con importanti settori produttivi farmaceutici – hanno provato a indebolire la risoluzione.

Alla fine è stato raggiunto un compromesso al ribasso che permette alle aziende farmaceutiche di non rivelare i costi di ricerca e sviluppo, i sussidi pubblici ricevuti e i dati degli studi clinici. Oltre ai prezzi dei farmaci negoziati al netto degli sconti.

Intanto, il sospetto che ogni volta che c’è un accordo di riservatezza, qualcuno ottenga condizioni peggiori, si è rivelato fondato quando nel gennaio 2022 è trapelato il prezzo del vaccino Covid di AstraZeneca. In Sudafrica il prezzo era 2,5 volte superiore rispetto alla maggior parte dei paesi europei.

Solo l’industria stessa, però, conosce tutti gli elementi. Negli ultimi 15 anni, l’immenso mercato farmaceutico europeo è stato coperto da un velo di segretezza. Le aziende contattano separatamente i propri acquirenti, offrendo sconti in cambio della promessa che gli altri Paesi non vengano a conoscenza di simili favori.

Otto mesi di indagini ci hanno permesso di scoprire questo e molto altro su un sistema in grado di decidere della vita e della morte dei malati europei. Le domande senza risposta sono innumerevoli:

Perché i nostri governi accettano di essere tenuti all’oscuro del vero valore monetario dei farmaci?
Perché l’UE non tira fuori i muscoli per negoziare il prezzo dei farmaci a nome di tutti i cittadini europei, come è stato nel caso dei vaccini anti-Covid?
Perché l’organo che regola l’accesso al mercato delle medicine, l’Agenzia europea per i medicinali, ha abbassato l’asticella per quanto riguarda i permessi di vendita di nuovi farmaci?
Dove finiscono davvero gli incredibili guadagni di Big Pharma?
Le aziende farmaceutiche utilizzano le associazioni di pazienti e gli enti di beneficenza per i propri interessi?
Come mai l’industria farmaceutica sta sviluppando numerosi farmaci di precisione per gruppi ridotti di pazienti, senza interessarsi della più diffusa e crescente minaccia rappresentata dalla resistenza agli antimicrobici?

I farmaci dovrebbero essere un diritto di tutti, non uno tra i business più redditizi al mondo. Che aspetto avrebbe un sistema più trasparente ed equo?

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L’articolo è stato ripreso anche dal “Fatto Quotidiano” del 17 giugno 2024


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Ed:

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