Ognuno ha un compito e una missione e quello della farmacia è assicurare sul territorio su cui insiste il presidio la disponibilità di farmaci per i cittadini. Ben venga l’ordine del giorno approvato dalla Camera in occasione dell’ultimo ok alla legge di stabilità 2015 con cui la Camera impegna il governo a «valutare l’opportunità di prevedere ogni iniziativa volta ad apportare le modifiche normative, ripristinando l’incompatibilità tra le attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali in farmacia». Il commento è di Ettore Novellino, presidente dell’Ordine di Avellino e il riferimento è all’ordine del giorno che era stato presentato dai deputati di Forza Italia Carlo Sarro And Paul Russo.
Finalità della proposta, come si legge nel documento, «potenziare la disponibilità dei farmaci per i cittadini presso le farmacie territoriali, e a sopperire alla carenza di alcuni particolari medicinali» con una «soluzione che va ricercata principalmente riducendo l’emorragia di autorizzazioni a pioggia ad operatori pseudo-grossisti, quasi sempre farmacie che si dotano anche di autorizzazione alla distribuzione all’ingrosso, che però essenzialmente non viene utilizzata per rifornire le altre farmacie, bensì per cedere medicinali a «grossisti esportatori» o per inviarli direttamente all’estero». In Italia, continua il documento, «ci sono diciottomila farmacie e solo circa quattrocento hanno l’autorizzazione alla distribuzione e operano come distribuzione all’ingrosso, rastrellando sul territorio quei medicinali molto ambiti all’estero in considerazione del loro prezzo vantaggioso». Per questo «la Camera impegna il Governo a valutare l’opportunità di prevedere ogni iniziativa volta ad apportare le modifiche normative richiamate in premessa, ripristinando l’incompatibilità tra le attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali in farmacia».
«Una disposizione» continua Novellino «che dovrebbe essere facilmente realizzabile dato anche l’appoggio che gode da parte di Federfarma, che rappresenta il volere delle farmacie. Si tratta di un fenomeno non particolarmente esteso e da quel che risulta localizzato in determinati territori, ma sul quale occorre intervenire visto anche l’impatto per la popolazione. Chi vuole fare attività di distribuzione intermedia lo deve fare assumendosi tutti gli oneri, i costi, gli impegni e nel rispetto della normativa, compreso per esempio l’apertura di un deposito diverso dalla farmacia, le previsioni in merito all’approvvigionamento o alla messa in essere del sistema di allerta e di ritiro rapido dei lotti. Non bisogna dimenticare che ognuno ha un determinato compito e una determinata missione e utilizzare la farmacia per secondi fini credo non sia eticamente corretto anche nei limiti concessi dalla normativa. Si tratterà quindi di trovare una modalità per andare a colpire in particolare quelle situazioni speculative».
Frances Giani
Giovedì, 08 Gennaio 2015 – Farmacista33
Federfarma Servizi: da incompatibilità grossisti-farmacie freno a parallel trade
Federfarma Servizi plaude all’iniziativa promossa dai deputati Carlo Sarro And Paul Russo, che impegna il Governo a valutare eventuali modifiche normative che ristabiliscano l’incompatibilità tra le attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e quella di fornitura al pubblico di medicinali in farmacia. E in una nota aggiunge di avere intenzione di portare al tavolo politico di discussione «una sua proposta, ossia rendere incompatibile con l’attività di distribuzione all’ingrosso non la figura del farmacista quanto piuttosto la farmacia come soggetto giuridico». Il tema, si legge in una nota «è molto caro a Federfarma Servizi, la quale da tempo si batte su questo fronte, tanto che le sue aziende Associate hanno dichiarato all’Aifa e al ministero della Salute di non svolgere alcuna attività di esportazione in quanto destinano tutti i farmaci al mercato nazionale» e ora «avanza una sua proposta da portare al tavolo politico di discussione, ossia rendere incompatibile con l’attività di distribuzione all’ingrosso non la figura del farmacista quanto piuttosto la farmacia come soggetto giuridico».
Il presidente Antonello Mirone «aveva già evidenziato alcuni mesi fa la necessità di regolamentare in modo più preciso i requisiti necessari per il rilascio dell’autorizzazione ai sensi del D. Lgs. 219/2006, in modo tale da evitare che accanto ai distributori seriamente concentrati sul loro ruolo, vi siano anche altri soggetti intenti a sottrarre farmaci al mercato nazionale per trarre maggiori guadagni dalla vendita all’estero». La carenza dei farmaci causata dal parallell export è «un tema molto caro a Federfarma Servizi, la quale da tempo si batte su questo fronte, tanto che le sue aziende Associate hanno dichiarato all’Aifa e al ministero della Salute di non svolgere alcuna attività di esportazione in quanto destinano tutti i farmaci al mercato nazionale».
Nei mesi passati, Antonello Mirone, presidente dell’associazione aveva evidenziato «la necessità di regolamentare in modo più preciso i requisiti necessari per il rilascio dell’autorizzazione ai sensi del D. Lgs. 219/2006, in modo tale da evitare che accanto ai distributori seriamente concentrati sul loro ruolo, vi siano anche altri soggetti intenti a sottrarre farmaci al mercato nazionale per trarre maggiori guadagni dalla vendita all’estero». Secondo l’Associazione «l’idea sinora avanzata politicamente di rendere incompatibile per i farmacisti l’attività di distribuzione non consentirebbe, purtroppo, di raggiungere questo importante obiettivo.
A dispetto dei lodevoli intenti politici dichiarati in Camera e Senato, non verrebbero colpite quelle farmacie – più di quattrocento- che agiscono anche da pseudo-grossisti. Si sconvolgerebbe, invece, l’intero sistema della distribuzione farmaceutica garantita da anni su tutto il territorio italiano dalla professionalità ed impegno delle cooperative e da società di farmacisti». Mirone, dumque, «confida in un prossimo momento di confronto tra la parte politica, Federfarma Servizi e le altre sigle della filiera per individuare la migliore soluzione normativa che fronteggi con concretezza ed efficacia il fenomeno della carenza dei farmaci ormai divenuto cronico a danno della salute dei cittadini. Senza questo momento di condivisione, l’attenzione politica che si intende dedicare ai temi dell’esportazione e della carenza dei farmaci non costituirebbe più una grande opportunità di soluzione in tema sanitario per il Paese, quanto piuttosto la perdita di un’importante occasione di svolta».
Simone Zazzetta
Giovedì, 08 Gennaio 2015 – Farmacista33
Incompatibilità e carenze, Schito: cautela, fenomeno complesso da affrontare
Ben vengano iniziative sulla carenza di farmaci, anche se il fenomeno è complesso e richiederebbe un maggiore sforzo di comprensione, e se si mettesse mano al discorso dell’incompatibilità tra distribuzione finale e intermedia occorrerà coinvolgere tutti i soggetti. Ma non bisogna dimenticare che la raccomandazione è contenuta in un ordine del giorno e occorre vedere quali saranno le priorità e le intenzioni della politica. Le parole sono di Francis Schito, direttore generale Assofarm, e fanno riferimento al dibattito che si è sollevato attorno all’approvazione dell’ordine del giorno da parte della camera che impegna il Governo sulla questione. «Nell’ambiente si dice che un ordine del giorno non lo si nega a nessuno» scherza Schito, «occorrerà vedere quali sono le reali intenzioni della politica sul tema. Certamente la questione, se verrà presa in considerazione e se avrà questa direzione, è da trattare con cautela, occorrerà intervenire in maniera oculata, coinvolgendo i soggetti che esercitano il sevizio farmaceutico, in modo da non penalizzare nessuno. Ben venga una normativa che metta ordine a una situazione di licenze concesse senza il rispetto delle disposizioni – che prevedono per esempio almeno il 90% delle referenze. Per quanto riguarda le comunali ci tengo a dire che non c’è nessuna farmacia che fa export parallelo e che i nostri magazzini sono reali grossisti. Detto questo credo che il fenomeno sia complesso e coinvolga parecchi soggetti, anche nella distribuzione intermedia. Ritengo che sia necessario innanzitutto capire, per quanto la soluzione non sarà così semplice, e che comunque ci sia una zona grigia di responsabilità difficile da definire». Per quanto riguarda un punto sulla situazione, «dai dati che abbiamo raccolto attraverso le segnalazioni che ci sono arrivate dalle nostre farmacie non abbiamo l’impressione di un fenomeno dai contorni allarmanti. I numeri non sono particolarmente elevati e riguardano per lo più gli stessi farmaci».