Roma, 4 aprile – Per riassumere la situazione, basterebbe parafrasare lo storico slogan di un noto caffè: più una sale su, più l’altra scende giù. Dove “una” è la spesa farmaceutica di ospedali e Asl, che nell’ultimo monitoraggio dell’Aifa relativo al periodo gennaio-novembre 2017 (l’Agenzia ne ha reso disponibile un estratto sul suo sito, qui il pdf) segna uno sfondamento di un più di un miliardo e mezzo. E “l’altra”, invece, è inevitabilmente la spesa convenzionata che passa in farmacia, che continua la sua discesa verso il basso registrando un ulteriore calo di 88 milioni, pari a una flessione dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Trova conferma, dunque, una tendenza che si registra ormai da anni, senza che si manifestino segnali anche minimi di inversione. Lo sfondamento della spesa farmaceutica complessiva del Ssn, arrivata ormai a superare l’asticella dei 16 miliardi (per l’esattezza, sono la bellezza di 16.376,5 milioni di euro) supera ormai il miliardo (1,150,1 milioni di euro) ed è tutto a carico della voce ospedaliera+diretta/dpc ospedali e Asl, arrivata a raggiungere gli 8,6 miliardi di euro. E il disavanzo complessivo sarebbe anzi ancora più alto, se la spesa convenzionata (pari a 7,7 miliardi di euro) non fosse riuscita nell’impresa di risultare più bassa del budget che le era stato assegnato (8,1 miliardi.
Che per la convenzionata nei primi 11 mesi del 2017 abbia tirato decisamente una brutta aria è dimostrato anche da un altro dato, il calo delle ricette, che registrano una diminuzione contenuta (3,5 milioni in meno, pari allo 0,6%), ma pur sempre una diminuzione. E meno ricette, in quella che è la prima equazione gestionale della farmacia, significa in primo luogo meno ingressi negli esercizi con la croce verde. Non bastasse, risulta in calo anche il segmento di spesa diretta/dpc (-1,6%), diventato sempre più importante, negli ultimi anni, per i bilanci delle farmacie.
Lo sfondamento della spesa per farmaci, tutto dovuto (è il caso di ripeterlo) a ospedali e Asl, è un fenomeno generalizzato in tutto il Paese: il tetto prefissato della spesa totale (14,85%) nei primi 11 mesi dello scorso anno è stato infatti rispettato soltanto in Piemonte, Val d’Aosta, Veneto e le due Province di Trento e Bolzano. Le altre Regioni sono tutte in profondo rosso, con la Sardegna negli scomodi panni della Regione meno virtuosa(108 milioni di sfondamento, con un incremento di quasi tre punti percentuali sul tetto), preceduta di poco nella classifica dei cattivi da Puglia (+2,6% sul tetto, pari a 260 milioni di sfondamento) e Abruzzo (quasi due punti oltre il tetto, per un disavanzo di 68 milioni).
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