Per quale motivo gli animali non possono accedere al mercato dei farmaci generici? Se ne parla tra poco a Roma con le parlamentari Silvana Amati e Michela Vittoria Brambilla. Curare gli animali è un diritto-dovere: non può e non deve essere considerato un lusso per pochi privilegiati. Cosa che invece non accade con l’attuale normativa in materia di farmaci veterinari.
Come noto, infatti, i medici veterinari sono obbligati per legge a prescrivere terapie “griffate”; non possono cioè, come per gli umani, prescrivere farmaci generici. Farmaci che, solitamente, sono anche molto meno costosi visto che la differenza di prezzo in termini percentuali tra i primi e i secondi arriva spesso ad essere una il triplo dell’altra. Qualcosa, tuttavia, si sta muovendo in Parlamento.
In Senato dove l’onorevole Silvana Amati è prima firmataria di una proposta di legge “Animal Friendly”, e alla Camera dove la deputata Michele Vittoria Brambilla sta conducendo da anni una strenua battaglia contro una discriminazione che non ha alcuna altra giustificazione se non quella del profitto.
Proprio di questo si parla oggi 26 ottobre, a partire dalle 17, al Festival#Animali (Ex Mattatoio, Pelanda dei Suini, Roma, che chiude domani) con interventi della Senatrice Silvana Amati; della Deputata Michela Vittoria Brambilla; del dottor Silvio Borrello, direttore generale al Ministero della Salute, della sanità animale e dei farmaci veterinari e del dottor Marco Melosi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari, che faranno il punto della situazione.