Quando ero ufficiale di complemento, c’erano le battute sul fatto che le pillole che si davano erano tutte uguali; e non era vero. Ma certamente dover usare solo i prodotti dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (pur ottimi) era una limitazione.
Forse nella Russia dei Soviet, i medici erano costretti a curare con quello che passava il convento. Ma nel nostro paese, da sempre, siamo abituati a personalizzare le cure a misura del paziente. Chi vuole compresse e chi vuole capsule, chi supposte e chi bustine… chi preferisce avere sempre scatole uguali e chi riesce a capire che quel che conta è il nome della molecola…
Siamo da sempre abituati a differenziare le cure nuove dalle cure che proseguono un trattamento abituale…
Buttiamo tutto all’aria per pure ragioni di spesa? Non prescriveremo più Ramipril o Enalapril, o Lisinopril, ma sarà il ministero a decidere che l’ace-inibitore sarà, ad esempio, Trandolapril!
Poi magari, dopo sei mesi, altra gara, altra molecola! E anche se le gare durano due anni, ci sarà sempre qualcuno che dopo due mesi di trattamento con una molecola, si troverà improvvisamente prescritto un prodotto diverso.
Già adesso vediamo quanto è difficile convincere i pazienti che il Clopidogrel è lo stesso anche sotto nomi diversi; voglio vedere chi convincerà un paziente abituato a Ramipril che anche unQualunquepril è lo stesso…
Ha proprio ragione Milillo: si vuole che la gente, alla fine, paghi di tasca propria molte terapie.
Ma senza dire “le metto in fascia C perchè i soldi non bastano“.
Vogliono che la brutta figura la facciano i Medici di famiglia.
Henry Dolphins
luglio 4, 2016 – FIMMG Bologna
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