Un’inchiesta mette in evidenza le ingerenze delle sponsorizzazioni private negli istituti svizzeri. L’inchiesta cita Roche, Novartis, Merck Serono e Interpharma perché è soprattutto l’industria farmaceutica a mettere a disposizione capitali importanti.
Una ricerca del data team di SRF ha messo in evidenza l’influenza che gli sponsor privati hanno sugli atenei e i politecnici elvetici a Berna, Basilea, Losanna, Zurigo, San Gallo, Lucerna e anche a Lugano, dove, secondo SRF, i costi nel 2014 ammontavano a 109 milioni di franchi, coperti quasi per un terzo (29,1%) da privati. L’inchiesta cita Roche, Novartis, Merck Serono e Interpharma perché è soprattutto l’industria farmaceutica a mettere a disposizione capitali importanti.
La precisazione dell’USI
A questo proposito l’Università della Svizzera italiana (USI) tiene a precisare che “il budget complessivo dell’USI ammonta in realtà a circa 90 milioni di franchi, un 20-25% dei quali deriva da fondi terzi. Questi comprendono però, per la maggior parte, come ha spiegato anche il nostro Presidente nella sua intervista alle Cronache della Svizzera italiana (vedi audio allegato ed), i fondi derivanti dalla ricerca competitiva (FNS, UE), altri finanziamenti alla ricerca e mandati come quello tra Cantone e IRE. Complessivamente, da “privati” (nel senso dell’inchiesta condotta da SRF) all’USI arriva solo il 5% delle entrate complessive, circa 4.5 milioni di franchi”.
“Riteniamo – ci scrive ancora l’USI – che accettare fondi da privati non significhi eo ipso subirne l’influenza, anzi: l’USI si è dotata ad esempio di un’apposita direttiva tesa a salvaguardare la libertà accademica nel caso delle cattedre “sponsorizzate”.
Il caso del Politecnico di Losanna
Merck Serono nel 2007 ha stipulato un contratto con il Politecnico di Losanna (EPFL), investendo 12 milioni e mezzo di franchi. Una clausola dell’accordo obbliga i ricercatori a presentare all’azienda i risultati del loro lavoro ogni tre mesi. Lo sponsor ha quindi la possibilità di decidere se apportare “modifiche accettabili” prima della pubblicazione dei risultati.
La ditta, attraverso il suo portavoce, ha assicurato di rispettare, valorizzare e proteggere in maniera esplicita l’indipendenza della ricerca e dell’insegnamento del Politecnico, il quale ha ammesso l’ambiguità di alcune voci del contratto: “Oggi – sottolinea il direttore dell’EPFL Jérôme Grosse – il nostro istituto non firmerebbe più un accordo simile”. Anche se, aggiunge, Merck Serono non ha mai fatto pressioni.
Il contratto è stato criticato da Michael Hengartner, presidente della Conferenza dei rettori universitari, per il quale si è andati troppo lontano, compromettendo la libertà di ricerca.
Legami di lunga data
La relazione tra ambiente accademici e grossi attori del mondo economico è una costante che fa spesso discutere. Un caso, per citarne uno, fu quello del diritto di nomina sui professori, sempre al Poli di Losanna, ottenuto nel 2014. Fece rumore anche l’accettazione da parte dell’Università di Zurigo di 100 milioni di franchi da parte di UBS.
SRF/RG/ab
Related news: Dall’Università di Parma nuove molecole attive contro il virus Hiv