Sindacati e azienda firmano per una stabilizzazione vera. Ma il presidente di Unindustria considera fuori dal sistema l’azienda e invoca addirittura l’intervento del Governo.
Nel Lazio è scoppiato il “caso Trelleborg Wheel Systems” di Tivoli (azienda del settore pneumatico) che nei giorni scorsi ha siglato un accordo con i sindacati, con la previsione di una deroga al Jobs Act ovvero l’assunzione di 69 lavoratori con veri contratti a tempo indeterminato, quindi non quelli a tutele crescenti.
L’intesa da Ugl-Chimici, Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, è stata ieri duramente criticata da Maurizio Stirpe, Presidente di Unindustria secondo cui così è stata messa «fuori di fatto dalla nostra associazione l’azienda firmataria». Un’affermazione piuttosto pesante, con argomentazioni che si commentano da sole: secondo il presidente Unindustria del Lazio
L’accordo va esattamente nella direzione opposta a quanto previsto dalla nuova normativa contenuta nel Jobs Act del governo di Matteo Renzi e crea un notevole pregiudizio agli interessi del mondo imprenditoriale. Ma non basta, Stirpe ha chiesto all’esecutivo di intervenire in maniera decisiva sancendo l’indisponibilità a livello contrattuale della normativa sui licenziamenti.
Dura la replica di Louis Ulgiati, segretario nazionale Ugl-Chimici: «Si tratta di dichiarazioni alquanto inquietanti. Ci auguriamo che Stirpe ripensi a quanto dichiarato rispetto alla “epurazione” di Trelleborg dal sistema Confindustria. Il Jobs Act è una legge ma negli accordi sindacali si può decidere di non applicarla. Il nostro unico obiettivo è stato tutelare il lavoro di 69 persone e abbattere la precarizzazione.
Non è l’unica multinazionale che viaggia verso tale direzione e non credo sarà l’unica azienda a concretizzare un accordo simile a quello di Trelleborg».
Senza dimenticare che «questo accordo – conclude Ulgiati – tutela i lavoratori ma allo stesso tempo anche il benessere dell’azienda».
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