Il rappresentante del Ministero dello Sviluppo lo ha assicurato intervenendo al 3° Summit sulla sanità organizzato oggi a Roma da Quintiles. Ma le aziende sono pessimiste e lamentano la mancanza di una politica industriale e di incentivi per la ricerca. Che si ferma troppo spesso alla fase pre-clinica.
23 OTT – "La speranza e la volontà del ministero dello Sviluppo economico (Mise) è cercare di dare delle risposte al mondo della farmaceutica entro la fine di questa legislatura". A dichiararlo Marco Iezzi del Dipartimento per l’Impresa e l’internazionalizzazione del Mise, intervenuto questa mattina a Roma al 3° Summit sulla sanità in Italia promosso da Quintile e dal titolo “Attrattività: motore per la crescita e lo sviluppo”.
Iezzi ha sottolineato le gravi difficoltà del momento dovute alla situazione economica del Paese: “Al ministero dello Sviluppo economico ci sono attualmente 150 tavoli di crisi aperti e riceviamo continuamente richieste di colloqui e incontri”. Iezzi ha quindi analizzato e confermato quelle che sono le criticità denunciate delle aziende farmaceutiche, quali ad esempio “la scadenza dei brevetti e la concorrenza dei medicinali generici, che utilizzano in qualche modo quello che i brand hanno realizzato impiegando anche 10 anni per sviluppare un farmaco e portarlo sul mercato, nonché l’innegabile razionalizzazione della spesa sanitaria che, nonostante tutto, continua ancora a pesare il 9,7% del Pil”. Risulta fondamentale, per il rappresentante del Mise, una politica nazionale di sostegno all’industria e alla ricerca, soprattutto in un contesto globale come quello attuale nel quale, per vincere la concorrenza, risulta necessario puntare sull’innovazione e la qualità dei prodotti. Eppure, a sentire gli industriali, di questa politica dell’innovazione non c’è traccia né oggi né in prospettiva.
Al Summit, in particolare, erano presenti i rappresentanti di Farmindustria, Assobiotec e Assobiomedica, tutti concordi nel lamentare la mancanza di una politica industriale e per la ricerca che delinei gli ambiti entro i quali poter poi costruire modelli di partnership pubblico-privato. “La competitività delle nostre aziende a livello internazionale è resa difficile proprio dalla mancanza di questo genere di politiche e di regole – ha evidenziato Massimo DiMartino, componente della giunta di Farmindustria – il sistema entra in crisi, ad esempio, nel momento in cui i prezzi de