Tra gennaio 2011 e agosto 2012 i posti di lavoro si sono ridotti del 2,7%. Ma "la politica sanitaria dei tagli – sottolinea il presidente Rimondi – peggiorerà la situazione e nel 2015 prevediamo un ulteriore calo del 13% che comporterà la riduzione di circa 6.900 posti di lavoro”.
04 OCT – “Le scelte di politica sanitaria, oltre a penalizzare i cittadini, stanno amplificando gli impulsi recessivi nella nostra economia, facendo anche calare l’occupazione del settore del 2,7%”. Questo il commento di Stefano Rimondi, Presidente dell’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese produttrici di dispositivi medici, ai risultati di un’indagine sull’andamento occupazionale effettuata dal Centro Studi su un ampio campione di aziende associate ad Assobiomedica da gennaio 2011 ad agosto 2012.
“Ben più drammatica è la prospettiva che ci attende da qui alla fine del 2015 – prosegue Rimondi – quando il calo occupazionale sarà del 13%. Ciò significa la cancellazione di circa 6.900 posti di lavoro nel complesso degli addetti nell’industria dei dispositivi medici, mediamente di altissima qualificazione, con il blocco delle assunzioni di neolaureati, da sempre fiore all’occhiello del nostro settore”.
Assobiomedica ricorda che da tempo mette in guardia sul rischio di compromettere il futuro di una delle rare attività innovative e ad alta tecnologia del panorama industriale italiano, “che vanta, tra l’altro, il polo biomedicale più grande d’Europa nel distretto di Mirandola”. Eppure, sottolinea, “la crisi economica e la politica sanitaria adottata negli ultimi tempi non fanno che sottovalutare questo settore, che dovrebbe essere invece considerato motore di sviluppo economico e sociale del Paese”.
04 ottobre 2012