I delegati dell’American medical association (Ama) hanno approvato una risoluzione che si oppone alla legislazione federale e statale in base alla quale i farmacisti possono prescrivere in modo autonomo o dispensare farmaci senza prescrizione medica. E non sono gli unici ad aver sollevato obiezioni: anche l’American academy of family practitioners (Aafp) ha espresso dissenso a «normative che consentirebbero ai farmacisti di dispensare farmaci oltre la scadenza della prescrizione originale per fini diversi da quelli di emergenza». Tra le motivazioni sollevate, il fatto che i farmacisti hanno una formazione che non è equivalente a quella dei medici come pure la preoccupazione dell’aumento degli ambiti di pratica in cui possono agire i farmacisti. La questione ha avuto inizio a febbraio 2012, quando la Food and drug administration ha annunciato un nuovo paradigma prescrittivo, affermando che molte malattie o disturbi, piuttosto comuni, spesso restano sottotrattati. Nel nuovo sistema, alcuni farmaci sarebbero stati resi disponibili anche senza prescrizione ma in condizioni di “uso sicuro”. In quest’ottica, l’Fda potrebbe creare una terza categoria di farmaci: quelli approvati per uso senza prescrizione medica purché vi sia l’intervento farmacista come condizione per un uso sicuro, rendendo così il farmaco accessibile con due modalità. Secondo i medici americani, però, anziché creare nuove categorie di farmaci, andrebbe favorito un ambiente in cui medici e farmacisti possano lavorare insieme per combinare le rispettive competenze. Dal canto loro i farmacisti hanno dato il loro sostegno al cambiamento del paradigma prescrittivo e in una lettere della American pharmacists association (Apha) il ruolo del farmacista viene descritto come il provider di assistenza sanitaria più accessibile per molti pazienti.
27 giugno 2012 – farmacista33