Sulla liberalizzazione della fascia C «non ci saranno passi indietro». È una secchiata d’acqua fredda sulle ultime speranze dei titolari la dichiarazione rilasciata ieri alle agenzie da Renato Balduzzi (foto a sinistra), ministro della Salute. Mentre il Governo presentava alla stampa le novità del maxiemendamento (oggi all’esame della Camera salvo sorprese), Balduzzi spazzava via ogni ambiguità sui provvedimenti in materia di etici non rimborsati dopo i ripensamenti di lunedì sulle liberalizzazioni di trasporti e professioni. «La nostra scelta politica rimane quella di andare verso una limitata liberalizzazione del farmaco» ha detto il Ministro «anche se è possibile pensare a forme ulteriori di garanzia per la salute dei cittadini». In sostanza, per Balduzzi è ipotizzabile che al dicastero sia affidato il compito di escludere determinati farmaci dalla distribuzione extra farmacia nel caso in cui «si verifichi che la loro somministrazione sia pregiudizievole per la salute dei cittadini». Nulla di più, anche perché – ha ricordato il Ministro – il Governo ha già escluso dalla vendita nelle parafarmacie «psicotropi o stupefacenti e i mono-ricetta».
Intanto in Federfarma circolano già le prime stime sulle ricadute della liberalizzazione, anche se in via informale: a meno di ripensamenti dell’ultimo momento, l’uscita dalla farmacia della fascia C potrebbe portare nel giro di pochi mesi alla nascita di 5-10mila nuovi esercizi di vicinato, il che significherebbe dai 25 ai 30mila punti vendita in tutto il paese tra farmacie, corner e parafarmacie.
14 dicembre 2011 – Farmacista33
Federfarma: pronti a chiusura. Assofarm non sciopererà
«La speranza è l’ultima a morire, ma se le cose dovessero restare così la chiusura delle farmacie resta l’unica soluzione» lo afferma il presidente di Federfarma Annarosa Racca, nel corso di un incontro con la stampa a Milano. Oggi è previsto un incontro del Consiglio direttivo a Roma, nel corso del quale verrà presa una decisione, ma l’orientamento sembra quello della serrata, a meno che non si arrivi alla soppressione dell’articolo 32, ipotesi piuttosto remota. Del resto secondo Racca non ci sono alternative con un Governo «che si accanisce contro le farmacie sbandierando la sola liberalizzazione della vendita di medicinali come panacea per lo sviluppo e la crescita del Paese». Principali vittime di questa iniziativa sarebbero i cittadini in particolare nei piccoli comuni dove «le farmacie rurali rappresentano l’unico presidio sa