Per un emendamento all’articolo 3 approvato dalla commissione Bilancio del Senato, quello relativo al numero chiuso per le farmacie, altri tre sono stati respinti al mittente e saranno ora riproposti all’aula parlamentare. Si tratta degli emendamenti che si ripromettevano di liberalizzare i farmaci con obbligo di ricetta medica non a carico del Ssn. Quindi parere negativo all’emendamento del Pd, a quello dell’Idv e a quello del Pdl, tutti orientati all’apertura del mercato del farmaco. La stessa sorte è toccata, almeno per ora, all’emendamento Piccone che si riprometteva di trasformare le parafarmacie in farmacie dietro pagamento una tantum. Quest’ultimo emendamento peraltro aveva già ricevuto la bocciatura non solo di Federfarma e Fofi, ma anche di diverse sigle dei non titolari (Anpi, Conasfa e Mnlf) e del movimento consumatori. Ora la parola passa all’aula per il verdetto definitivo.
Manovra, Federfarma: emendamento Battaglia ci dà ragione
Il sì all’emendamento Battaglia è la conferma che il governo non ha mai cercato la liberalizzazione del servizio farmaceutico. È il commento che arriva da Federfarma all’indomani del via libera alla Manovra decretato dalla Commissione Bilancio del Senato, che salva Pianta organica e programmazione delle sedi. «L’emendamento» spiega il segretario nazionale del sindacato titolari, Alfonso Misasi «conferma le nostre interpretazioni: per i farmacisti l’articolo 3 si applica sotto il profilo professionale e quindi rimanda ai prossimi 12 mesi per un riassetto che comunque non riguarda il servizio farmaceutico». In ogni caso, per Federfarma va proseguito il lavoro già avviato per un aggiornamento del sistema. «Noi per primi spingiamo da tempo perché si arrivi a un piano condiviso diretto a migliorare la farmacia» ricorda Misasi «quindi ci aspettiamo che presto si possa aprire un confronto ai tavoli giusti per discutere di remunerazione, di quorum, di orari e quant’altro». E un invito alle sigle rappresentative della farmacia per farsi promotrici di un riassetto organico del sistema arriva anche dal presidente dell’Utifar, Eugene Leopardi. «La farmacia è sotto attacco da anni» osserva «finora le organizzazioni dei titolari sono sempre riuscite a parare i colpi ma è arrivato il momento che la categoria si faccia avanti con una serie di aperture che tolgano argomenti ai nostri avversari. Penso a un piano di riassetto che, per esempio, dia maggiore flessibilità alla Pianta organica per venire incontro più velocemente ai cambiamenti sociali e demografici della collettività. E penso che anche sull’accesso del capitale nella titolarità si possano fare aperture senza far correre rischi al sistema nel suo insieme».
Farmacista33 – 6 settembre 2011
(AGENPARL) – Roma, 06 set – La manovra economica che il Parlamento si appresta a votare è priva di qualsiasi misura in favore della crescita economica e le richieste che gli organismi europei hanno avanzato in tema di liberalizzazione delle professioni sono completamente disattese. Gli interventi corporativi presso la Commissione Bilancio hanno reso il testo della manovra economica relativo alla liberalizzazione delle professioni privo di contenuto ed assolutamente inefficace a rilanciare la crescita in Italia. Tre proposte di liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta non a carico del S.S.N. in favore delle parafarmacie sono stati respinti, due appartenevano all’opposizione, uno alla maggioranza. Nel settore già blindato della professione di farmacista si è, inoltre, provveduto ad aggiungere un nuovo “paletto” atto ad impedire qualsiasi interpretazione liberale della norma.